Guidonia / Caos Cave, Coltella (CGIL): “Difficile far nascere qualcosa dopo i licenziamenti”

In In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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“La revoca di una concessione per me vuol dire soltanto una cosa: licenziamenti e chiusura dell’azienda”. E’ deluso, ed è dir poco, Claudio Coltella, segretario generale della Fillea Rieti Roma Est Valle dell’Aniene, a margine del tavolo del 23 agosto che si è tenuto in Regione per affrontare la questione del settore estrattivo di Guidonia.

“Da un lato il Comune ha confermato la volontà di attuare l’accordo di programma per il quale si sta lavorando in Regione. Dall’altra però le loro azioni parlano di altro: le aziende che hanno controllato, in caso di irregolarità, riceveranno i provvedimenti del caso”.

Il 13 agosto la revoca della concessione per la STR. “Una revoca che vuol dire l’impossibilità di proseguire l’attività. E dunque licenziamenti a stretto giro di posta”.

Almeno 40 i posti a rischio secondo Coltella. “Noi non abbiamo scioperato per rispettare gli intendimenti nati durante le riunioni in Regione, che ha mostrato molta buona volontà. Se io non ho organizzato proteste, eventuali provvedimenti sarebbero dovuti arrivare dopo la chiusura dell’iter dell’accordo di programma, prevista per il 30 settembre. E invece altri controlli arriveranno e con questi i provvedimenti del caso”

Coltella è deluso e rammaricato. “Stanno costruendo una casa sull’albero ma stanno tagliando un ramo: voglio dirlo con chiarezza, è molto difficile far nascere qualcosa dopo provvedimenti drammatici come i licenziamenti”.

Un percorso che di fatto si è “infuocato” già a maggio, quando sono arrivati i provvedimenti che preannunciavano la possibilità di revoca delle concessioni. “Quello che è accaduto il 13 agosto ha del paradossale: mi aspettavo perlomeno una convocazione dell’azienda da parte del Comune prima del provvedimento di revoca. Eppure c’era un tavolo aperto”.

L’attenzione si sposta al 3 settembre, con la ripresa delle attività. “Da quella data in poi organizzeremo proteste per salvare i posti di lavoro, non abbiamo altra scelta. La responsabilità della chiusura è tutta del Comune, che non ha dato seguito agli intendimenti mostrati al tavolo regionale e nemmeno a quelli dell’azienda che si è avvalsa dell’articolo 11”.

La conclusione è inevitabile. “La revoca della concessione non sarebbe dovuta arrivare durante la discussione per arrivare la risoluzione dei problemi. Quello rischia di essere il punto di non ritorno”.

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