Salone / “Struttura non a norma”, sfuma il centro di accoglienza

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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“Ancora una volta la mobilitazione ha pagato”. Sono le parole di Paolo Di Giovine, responsabile dell’associazione IV Municipio Case Rosse e referente del Coordinamento Associazioni Roma Est, a commentare l’annullamento dell’apertura del centro d’accoglienza per rifugiati in Via di Salone, a poca distanza dal campo nomadi. Di Giovine, insieme a Franco Pirina del Caop, è stato subito artefice di proteste e mobilitazioni, supportate dai presidi organizzati da CasaPoound, Lega e Fratelli d’Italia.

La decisione di bloccare l’iter arriva direttamente dalla Prefettura, che ha inviato alla cooperativa che avrebbe dovuto gestire il Cas ‘Villa Drina’ una comunicazione con la quale veniva specificato come la struttura non fosse a norma. Il centro dunque non aprirà per motivi di sicurezza. La cooperativa era aggiudicatrice di un bando pubblicato dalla Prefettura di Roma lo scorso gennaio. Per rispondere ai requisiti richiesti sarebbero stati anche effettuati una serie di lavori all’interno dell’edificio. Nello specifico quello in Via di Salone sarebbe stato un Cas (centro d’accoglienza straordinario) avrebbe dovuto ospitare 25 richiedenti asilo che hanno diritto a rientrare nel circuito d’accoglienza.

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