Guidonia / Negozi di frutta e minimarket, l’attacco di Giovanna Ammaturo

In Politica, Roma Est da Yari Riccardi Commenti

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Li definisce “un fenomeno senza sosta, diventato fin troppo endemico e tale da raggiungere aspetti preoccupanti”. È il proliferare di negozi di frutta e verdura e mini market  – gestiti prevalentemente da cittadini stranieri – l’oggetto dell’interrogazione presentata da Giovanna Ammaturo, ex candidato sindaco nelle ultime elezioni di Guidonia e oggi consigliere comunale di Noi con Salvini.

“Nella totalità di queste attività, l’esposizione, si far per dire, di decine di cassette di frutta e verdura avviene con la merce sopra il marciapiede. Ho potuto evidenziare personalmente  – spiega la Ammaturo – dopo una breve inchiesta da me condotta anche il mancato rispetto del regolamento relativo alla raccolta differenziata, sia per il posizionamento dei bidoni attaccati alla merce in vendita sia per l’errato conferimento dei rifiuti, e la mancanza di indicazione della tracciabilità dei prodotti messi in vendita, oltre che dei prezzi”.

La consigliera evidenzia numerosi riferimenti normativi per rafforzare la sua tesi. “Come da tempo ribadito dalla Corte di Cassazione (in attuazione della Legge 283/19629 ), la messa in commercio di frutta all’aperto ed esposta agli agenti inquinanti costituisce una violazione dell’obbligo di assicurare l’idonea conservazione delle sostanze alimentari, oltremodo se ciò avviene in modo ripetuto e prolungato”.

Secondo la Ammaturo dunque – così la sua interrogazione – “verdura, frutta e bottiglie d’acqua esposte all’aperto sono soggette a subire un deterioramento ed un peggioramento qualitativo da parte degli agenti atmosferici e delle sostanze inquinanti, con possibili effetti negativi sulla salute dei consumatori. Secondo la Corte, infatti, “l’accertamento dello stato di conservazione di alimenti detenuti per la vendita, non richiede né un’analisi di laboratorio né una perizia, in quanto il giudice di merito può ugualmente pervenire a tale risultato attraverso altri elementi di prova, quali le testimonianze di soggetti addetti alla vigilanza, quando lo stato di cattiva conservazione sia palese e quindi rilevabile da una semplice ispezione“.

Il problema è descritto secondo due direttrici. “Invasione di suolo pubblico e cattivo stato di conservazione di alimenti per il fruttivendolo che lascia le cassette sul marciapiede senza permesso. Due reati con un solo comportamento: il commerciante che lascia le cassette di frutta e verdura sulla strada, in bella vista dei clienti, e degli Organi di vigilanza deputati, rischia due contestazioni diverse, l’una per il reato di cattivo stato di conservazione di alimenti e l’altra – nel caso in cui manchino le autorizzazioni pubbliche per l’invasione del marciapiede – per il reato di occupazione di suolo pubblico. È quanto chiarisce la Cassazione a più riprese. Cattivo stato di conservazione della merce scatta l’ammenda nei confronti del fruttivendolo che vende la sua merce all’aperto o che la lascia esposta per strada, alle esalazioni dei tubi di scarico delle auto e degli altri agenti inquinanti presenti per strada. Esporre la frutta sul banco all’aperto è dunque un reato”.

La Ammaturo chiede dunque il numero di sanzioni elevate verso le frutterie e mini bazar dal 1° gennaio al 31 agosto 2017, per occupazione di suolo pubblico, l’idoneità ed autocontrollo HACCP, le verifiche effettuate sugli addetti circa il possesso del titolo formativo necessario alla manipolazione delle merci come previsto dai Regolamenti Europei 852/04 e 178/02, mancanza di celle frigo dedicate, carenza e/o mancanza di servizi igienici, violazione sulle norme del lavoro, anche giovanile, carenze di esatti misuratori di peso e le etichettature di controllo, esatta raccolta differenziata e vendita  di birra ed alcolici a minori, anche dopo le 22.00.

“Mi risulta che sono stati elevati verbali e che i titolari sono fiduciosi di non pagarli. Forse perché dopo due anni chiudono la Partita Iva e la sostituiscono con altro soggetto che normalmente è un congiunto per continuare a lavorare, senza oltremodo aver presentato, con la Ditta sostituita, alcuna dichiarazione dei redditi”. Quello della Ammaturo è un attacco frontale. “La mia nota intende anche essere una sorta di sperimentazione per tracciare un quadro del fenomeno che ha degli aspetti inquietanti visto il proliferare di questi esercizi che solleva forti dubbi sulla loro effettiva legalità, sul rispetto delle norme igienico-sanitarie e delle regole fiscali. E mi auguro che finalmente si intervenga per porre un freno al fenomeno”.

Al Comune viene chiesta l’emanazione di “linee guida per i controlli successivi da mettere a sistema, per tutelare la salute dei cittadini occorre un monitoraggio costante ed efficiente. I problemi purtroppo non riguardano soltanto l’occupazione di suolo pubblico. In queste attività commerciali , ancora più grave è l’accertamento di eventuali immigrati clandestini che necessitano di operazioni di identificazione. Se da una parte ci sono migliaia di controlli per tutti i commercianti in sede fissa e nei supermercati, l’adozione di tutto quanto è necessario per la manipolazione dei cibi, dalla cuffie in testa alla messa a terra, dall’impatto acustico al paesaggistico, non si giustifica tanta trascuratezza e incuria verso chi vende la frutta verdura e bottiglie di acqua. Perché questi commercianti possono agire illegalmente?”.

La richiesta da parte della rappresentante di Noi Con Salvini è quella di controlli precisi e mirati, l’immediata rimozione e sequestro della merce venduta sui marciapiedi.

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