Roma / Il caso Marta Russo raccontato da Mauro Valentini

In Terza pagina da Alessandra Paparelli Commenti

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Abbiamo incontrato Mauro Valentini, giornalista, scrittore e autore del libro “Marta Russo, il mistero della Sapienza”, casa editrice Sovera.  L’autore, impegnato in molti incontri sia romani che nazionali per la presentazione del libro con dibattito, sarà presente giovedì 7 settembre in via Filippo Tacconi 11, presso l’associazione culturale Calpurnia, Torre Spaccata, angolo Viale dei Romanisti.

Alcune domande per entrare dentro al caso di Marta Russo; la prima è a proposito del suo libro. Da dove parte l’inchiesta giornalistica, quando ha iniziato a seguire la vicenda Marta Russo?

Parte tutto da un’intervista rilasciata da Giovanni Scattone al Corriere della Sera nel settembre 2015, dove dichiarava di lasciare l’incarico di insegnante di ruolo regolarmente ottenuto per graduatoria e meriti perché sopraffatto dalle polemiche e dalle proteste dei genitori dei ragazzi oltre che quelli di Marta. Mi sono detto “accidenti quanto ancora è caldo e vivo nella memoria collettiva questo caso”: per questo ho deciso di rileggere le carte e con l’aiuto del mio avvocato Emanuela Santini abbiamo avuto accesso agli atti. E quello che abbiamo trovato non poteva non esser raccontato tanto sensazionale è per me, per noi che lo abbiamo consultato.

Perché questo caso è così complesso? Chi si è cercato di coprire? Qual è la verità? Scattone e Ferraro hanno coperto qualche personaggio importante dell’Università o si è trattato di un gioco perverso finito male? 

Non posso nascondermi dietro un dito: un giornalista ha il dovere morale di raccontare e quello che io ho narrato nel mio libro “Marta Russo il mistero della Sapienza” è sotto certi punti di vista incredibile. Quasi inenarrabile,  passatemi il gioco di parole. Testimonianze che determinano la condanna che arrivano 40 giorni dopo i fatti e con modalità inconsuete, pressioni da parte degli inquirenti definite dall’allora presidente della Camera Violante inammissibili. Poi ci sono le incongruenze palesi che nella frenesia di quei mesi non sono state analizzate da parte dei media e degli inquirenti con la giusta serenità. Una serenità che adesso a distanza di venti anni può portarci a rileggere con occhi diversi quella storia. La storia di una morte assurda. Nella prefazione del libro il famoso collega giornalista Sandro Provvisonato scrive che “Per Marta non è stata fatta giustizia”. Ma non per chissà quali giochi tenebrosi di potere, semplicemente perché questo interesse attorno e le pressioni derivanti dall’opinione pubblica e dalle massime cariche dello Stato hanno  reso tutto il quadro più nebuloso, quando sarebbe bastato, è mia ferma opinione, una maggiore serenità investigativa per giungere ad un’altra verità. Per rispondere infine all’ultima domanda: non fu gioco perverso, fu un incidente. Ma sono assolutamente convinto che non può esser partito da quella finestra, da quell’aula, il colpo che ha ucciso la povera Marta.

 

 

 

 

 

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