Guidonia. Gli operai della Cogei sul tetto del palazzo comunale: “Vogliamo il nostro posto di lavoro”

In Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

Condividi

Era nell’aria. E forse, da oggi, si riuscirà perlomeno a fare chiarezza e a dare risposte. Un forte gesto di disperazione, quello degli operai della Cogei, che nella mattina di venerdì 10 maggio sono intervenuti nel consiglio comunale – ancora in corso mentre scriviamo – e hanno iniziato la loro protesta. Con forza e rabbia. Perché da troppo tempo va avanti questa storia. La storia di 11 persone che si sono ritrovate senza lavoro, per problemi interni all’Ati che ha il compito della raccolta dei rifiuti. Aimeri, Edera e Cogei, con questa ultima ditta che ha subito da parte di Aimeri un forte ridimensionamento delle proprie quote di appalto. In quel momento, non nella forma ma praticamente nella sostanza, gli operai restano senza lavoro. A nulla sono serviti tavoli sindacali convocati dal comune di Guidonia. E a stare senza lavoro si sta male. Ed ecco quindi quanto è accaduto il 10 maggio. Protesta iniziata nella sala consiliare e proseguita sul tetto di Palazzo Guidoni. Gli operai si sono dichiarati “vittime della sporca politica”. E se il consiglio ha avuto inizio alle 10, la protesa sul tetto è terminata alle 13, quando i lavoratori hanno deciso di scendere.

. “Non potevamo davvero fare altro – ci ha spiegato Marco, uno degli operai – e, già che ora se ne riparli, è un piccolo passo in avanti, per modo di dire naturalmente. La situazione è ai limiti dell’impossibile: di fatto, il lavoro l’abbiamo perso. Potremmo andare per vie legali, e molti dei nostri avvocati ci hanno confermato buone probabilità di vittoria. Ma noi alle via legali non vogliamo arrivarci”. Queste le parole di uno dei lavoratori che sono saliti sul palazzo comunale. Parole di una persona che da 10 mesi non lavora e che fino alla scorsa settimana era in arretrato con lo stipendio di 3 mesi. Parole amare: Marco ha sottolineato come sul tetto, a manifestare, fossero in 12. Altri 2 operai non se la sono sentita di salire. Paura di non meglio precisate conseguenze. Paure senza dubbio che non sono passate nella mente dei 12 lavoratori – con situazioni spesso complesse, tipiche della società moderna: divorzi, mutui da pagare, problemi di salute, figli disabili – che lottavano per un qualcosa di troppo importante per avere timore o dubbi. “Fino ad oggi – chiude Marco – non abbiamo mai ottenuto nulla, siamo sempre stati illusi e tutte le promesse che ci hanno fatto non sono state mantenute”. E’ stato lo stesso Marco a fare una proposta a Rubeis. “Visto che Edera e Aimeri non ci vogliono, perché non dare un piccolo appalto all’Ati e farlo svolgere a Cogei? In questo caso noi restiamo con la nostra ditta, e possiamo riprendere finalmente a lavorare”. Si è squarciato di nuovo il velo del silenzio e del “politichese”. “Noi guardiamo al sodo. Per farci notare potevamo fare solo una cosa del genere”.

Il confronto e  la proposta dell’amministrazione. Hanno seguito da vicino la protesta il sindaco di Guidonia Eligio Rubeis, il vicesindaco Ernelio Cipriani e i consiglieri comunali Marco Bertucci, Augusto Cacciamani e Emanuele Di Silvio. Una questione spinosa, che Rubeis ha promesso di trattare “nell’unico punto all’ordine del giorno di un consiglio comunale ad hoc che verrà convocato nei prossimi giorni. Da oggi questo deve essere un problema che deve riguardare l’intera politica cittadina: si devono dare soluzioni”. Al momento tuttavia soluzioni non se ne vedono all’orizzonte, visto che, come scrivevamo poco meno di 2 mesi fa – http://www.romaest.org/news/03/2012/caso-cogei-i-15-operai-della-ditta-ad-un-passo-dal-licenziamento-illusi-dalla-politica-e-dalle-aziende/ – le altre due ditte dell’ATI non hanno modo di assorbire i lavoratori nel loro organico, non potendo investire in risorse umane. Una ipotesi è stata ventilata da Bertucci, che ha ipotizzato la convocazione di “un tavolo tecnico per valutare le possibilità di un reimpiego con il comune di Guidonia Montecelio, sempre rivolto allo svolgimento di servizi relativi al settore ambientale di prossima necessità”. Al momento questa resta l’unica strada percorribile. E deve essere una strada da percorrere in tempi brevissimi, visto che gli 11 operai sono da mesi senza lavoro e senza stipendio. Estromessa Cogei dall’ATI, per loro è stato l’inizio di una discesa terribile, che li ha portati, all’apice della tensione, a gridare la loro rabbia sul tetto del palazzo comunale. Gli operai hanno ricevuto la solidarietà anche del vicepresidente del Consiglio Provinciale Sabatino Leonetti.

Ogni tanto si tende a dimenticarlo, ma esistono – ancora, perlomeno – i contratti collettivi, esiste una disciplina che regolamenta i diritti degli operai. Si chiama, molto più semplicemente, Legge.

Condividi