Roma / Paolo Cochi svela l’ultima notte di Pasolini

In Terza pagina da Alessandra Paparelli Commenti

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È di nuovo ospite nella sera – ore 20 – di lunedì 4 settembre Paolo Cochi all’Isola Tiberina per una nuova serata dei Doc Crime, presso lo spazio “Cinema e Libri” di Giovanni Fabiano. L’occasione è per  la presentazione e dibattito del documentario “L’ultima notte di Pasolini”. L’incontro vede la partecipazione di Nino Marazzita (legale della famiglia Pasolini), del giornalista e scrittore Igor Patruno, dello psichiatra Francesco Bruno, dell professor Giuseppe Garrera, storico, dell’avvocato Stefano Maccioni, legale e cugino di Pasolini e Marina Baldi. Martedì 5 settembre, sempre alle, appuntamento con  “Mostro di Firenze – al di là di ogni ragionevole dubbio”, presentazione del libro di Paolo Cochi e la visione del documentario-inchiesta.

Abbiamo incontrato ancora il regista-documentarista Paolo Cochi per parlare del caso Pasolini, uno tra i delitti più efferati avvolto ancora dopo decenni nel mistero, ai danni del grande regista, poeta e intellettuale.

Pier Paolo Pasolini fu ritrovato cadavere il 2 novembre del 1975 sulla spiaggia vicino a Ostia. Il suo corpo era stato brutalmente massacrato. Il viso, quasi irriconoscibile, era ricoperto di sangue e presentava profondi segni sul viso, sulla testa, sulle spalle.

Paolo Cochi, nella tua indagine-documentario che presenti al pubblico affronti il caso Pasolini, i tanti misteri che ancora sono presenti riguardo al suo brutale assassinio. Da che punto di vista lo affronti e da dove parti, o meglio, riparti?  Da circa un anno sono tornate nuovamente all’esame della Procura della Repubblica di Roma le circostanze dell’assassinio di Pasolini, omicidio per il quale fu condannato Pino Pelosi che all’epoca del fatto aveva 17 anni: cosa si può dire di queste nuove, recenti, indagini?

Nel documentario, oltre ad approfondire la figura di Pasolini e di Pino Pelosi, viene affrontato e approfondito il discorso della dinamica dell’omicidio e il possibile movente. Inoltre il documentario è molto curato: contiene infatti immagini inedite mai pubblicate del sopralluogo all’Idroscalo la mattina successiva all’omicidio.

Ho anche una curiosità legata alla radio: nell’autunno scorso l’avvocato Maccioni, legale di Guido Mazzoni, il cugino di Pasolini intervenne nella trasmissione di una nota radio romana, Radio Cusano Campus, affermando che Pasolini fosse stato ucciso per quello che aveva scoperto, per ciò che aveva saputo, per quello che sapeva sui tanti misteri italiani, per quello che diceva e scriveva sui principali quotidiani nazionali. Era forse arrivato a conoscere documenti evidentemente troppo importanti? E poi rimane il giallo del furto delle pellicole del film Salò e la 120 giornate di Sodoma: un film a cui lo scrittore teneva moltissimo. Cosa possiamo dire ai nostri lettori e a chi visionerà la pellicola?

Tutte le risposte sono contenute del documentario. Posso dire che appunto il documento parte da lì.

Ancora mistero, dunque. Un delitto a più livelli, complesso e forse a scatole cinesi, forse a compartimenti stagni, nel quale a malapena i partecipanti conoscono i volti dei complici. Pino Pelosi, unico condannato, ha pagato per tutti?

 

 

 

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