Roma / Il caso Narducci e il Mostro di Firenze: il racconto di Paolo Cochi

In Terza pagina da Alessandra Paparelli Commenti

Condividi

Proseguiamo il nostro viaggio tra i cold case, i delitti irrisolti, grazie alla collaborazione tra Paolo Cochi, regista-documentarista, e il nostro giornale in un interessante quanto oscuro percorso tra i maggiori casi di cronaca nera, tra i misteri italiani. In questa puntata l’attenzione è focalizzata sulla terribile vicenda criminale del Mostro di Firenze, uno dei più complicati e controversi della Storia d’Italia. Paolo Cochi ne ha realizzato un documentario-reportage e un libro: “Mostro di Firenze – Al di là di ogni ragionevole dubbio” con Francesco Cappelletti e Michele Bruno, edizioni Runa Editrice. Lo scorso 30 agosto, presso lo spazio Cine LAB dell’Isola Tiberina a Roma, il regista ha presentato al pubblico la sua indagine contenuta nel documentario noto come “Il caso Narducci – Quel mistero in fondo al lago”.  La serata è stata presentata da Emilio Orlando, giornalista di cronaca nera e giudiziaria per Repubblica, Luca Cardinalini giornalista Rai e Alvaro Fiorucci di Rai 3 Umbria i quali hanno illustrato insieme al regista stesso uno dei più efferati misteri della cronaca nera italiana.

Paolo, ripartiamo dal tuo ultimo libro “Mostro di Firenze – Al di là di ogni ragionevole dubbio”: tre domande su tutte: Il presunto “doppio cadavere” nel lago Trasimeno, di cosa si tratta e come entra il nome di Francesco Narducci nell’oscura vicenda del Mostro di Firenze? Come si articola la tua indagine-documentario e che percorso segue? Dopo una certa data, i delitti del “Mostro” terminano. Perché?

La strana morte del medico perugino Francesco Narducci, il cadavere trovato nel Lago Trasimento, si verificò dopo l’ultimo delitto del mostro di Firenze, ossia nel settembre del 1985. Questa potrebbe essere stata una coincidenza: il mio documentario non formula alcuna associazione tra il caso del Mostro e la morte del medico, si sviluppa in maniera cronologica ricostruendo attraverso gli atti la controversa causa e il ritrovamento del cadavere. Il documentario si articola proponendo riflessioni. Nessun accostamento tra i due casi: tuttavia il caso Narducci analizzato singolarmente è certamente uno dei casi più controversi e misteriosi.

Le sentenze rispecchiano la verità oggettiva e storica del caso? La verità consegnata è la verità vera?

Le sentenze che riguardano i delitti del Mostro di Firenze sono state fin dall’origine piuttosto contrastanti e controverse. Non è una mia opinione ma ci furono ben due Procuratori della Repubblica che chiesero delle assoluzioni. Nel processo Pacciani vi fu Piero Lotti e nel processo a Mario Vanni vi fu Daniele Propato che chiese la condanna per calunnia a Giancarlo Lotti. In verità sia le sentenze che le ipotesi sui delitti fiorentini non hanno mai convinto la stragrande maggioranza degli osservatori e dei criminologi.

Con l’inchiesta e il reportage, così come riportato nel libro, quali tesi vengono smontate e che verità viene offerta ai lettori?

Nel mio libro analizziamo dettagliatamente tutti gli atti processuali, giungendo ad una conclusione: quelle condanne, oltre che controverse, furono espresse non “oltre ragionevole dubbio”. Anzi, ci sono degli elementi che palesano come alcune testimonianze furono mendaci.

Sempre per la serie Doc Crime ricordiamo che lunedì 4 settembre alle ore 20, sempre presso lo Spazio Cinema all’Isola Tiberina, lo scrittore giornalista Igor Patruno e Paolo Cochi presenteranno in anteprima il documentario “L’ultima notte di Pasolini” (ne parleremo in maniera approfondita). Saranno presenti l’avvocato Nino Marazzita, Stefano Maccioni, Marina Baldi e Fabio Sanvitale. Inoltre il 5 settembre, presso lo spazio Q8 all’Isola Tiberina, verrà presentato il libro di Cochi e il documentario “L’ultimo delitto del mostro”, relativo al Mostro di Firenze. L’evento sarà presentato da Emilio Orlando con la partecipazione della nota criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, con la quale Paolo Cochi ha avuto una lunga collaborazione lavorativa.

Condividi