Guidonia / Riscossione tributi, il nuovo attacco della Cgil

In Politica, Roma Est da Yari Riccardi Commenti

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La lettera è stata indirizzata al sindaco Barbet, all’assessore e al dirigente alle finanze, ai consiglieri comunali e al segretario generale. Torna a farsi sentire la Cgil Fp Aziendale del Comune di Guidonia Montecelio: oggetto, nuovamente, l’organizzazione e la gestione del servizio di riscossione dei tributi locali.

Nella lettera del 29 agosto si chiedeva l’immediato ritiro del punto 1 dell’Odg del consiglio comunale del 30 agosto e un incontro tra amministrazione e sindacati con l’obiettivo “di confrontare e valutare  la possibilità di una gestione interna più estesa rispetto a quella prevista dalla deliberazione in oggetto, così come da programma politico presentato da codesta amministrazione”. Una richiesta che viene poi ampiamente documentata e motivata.

“Nonostante le promesse in campagna elettorale, nei vari incontri alla presenza  – attacca il sindacato – delle OO.SS,  l’Amministrazione del Sindaco Barbet in semi-continuità con l’Amministrazione Rubeis/DiPalma, ha intenzione di confermare per i prossimi 3 anni o più, la gestione esterna della riscossione dei tributi, eccezion fatta per  l’ordinario Imu e Tasi”. L’intenzione è quella di affidare nuovamente la riscossione della Tari e dell’evasivo e coattivo Imu e Tasi nuovamente ad una ditta esterna “con un pesante aggravio per le casse comunali poichè , “non sussistono le condizioni organizzative e strutturali tali da consentire la gestione diretta della riscossione”,  questo, quanto riportato nella delibera che sarà proposta all’o.d.g del  Consiglio Comunale del 30 Agosto”.

Numerose le puntualizzazioni della Cgil. “Si evidenzia che per quanto concerne le riscossioni spontanee Imu e Tasi, le uniche giustamente sottratte all’esternalizzazione, non si possa neanche parlare di gestione interna ma di atto dovuto”. Per i due tributi non viene infatti svolto alcun lavoro da parte degli uffici comunali, con i pagamenti che si effettuano in autoliquidazione direttamente all’Agenzia delle Entrate che incassa ( tramite modello F24), rigira  alla tesoreria del Comune (tramite codice E263) trattenendo la quota statale  e  trasmettendo all’Ente il relativo elenco dei contribuenti.

“La riscossione spontanea  Imu,  che per anni  è stata  affidata illegittimamente ad una ditta esterna con tanto di corresponsione di aggio,  è infatti  di esclusiva  competenza dello Stato, in deroga alle disposizioni di cui all’art. 52 del d.lgs. 446/97, che comprime, con una limitazione espressa, la potestà  regolamentare e l’autonomia del Comune. In parole molto più semplici, il Comune non è titolare della  riscossione delle entrate I.M.U. , per cui non può disporre  di affidare tale riscossione a terzi”, questo l’affondo della Cgil, da anni in prima linea sul tema, con alcuni progetti presentati negli scorsi anni per riportare la gestione interna della riscossione, “con un notevole risparmio per le casse comunali ed un contestuale miglioramento del servizio. La vera sfida gestionale da parte di questa amministrazione, quella con un maggior rientro in termini di abbattimento della spesa pubblica, sarebbe stata quella di considerare anche  le altre fasi della riscossione  e sicuramente quella della riscossione spontanea della Tari”.

Il quadro presentato dalla Cgil racconta di una riscossione della Tari sotto la gestione privata “addirittura inferiore rispetto a quella prodotta negli  anni  2009-2010-2011 quando ancora  il servizio era gestito direttamente dagli uffici comunali, che riuscivano ad arrivare sino al 85 per cento di riscossione sul  totale previsto. Se a ciò aggiungiamo l’aggio dovuto al concessionario, possiamo avere un quadro su quanto, tale scelta, ha comportato e possa continuare a comportare in termini di gravi danni economici per l’Ente”.

Una questione ormai annosa, da anni sul banco delle varie amministrazioni guidoniane. “Anche questa volta come allora, nella proposta di delibera in oggetto, sotto il profilo motivazionale non emerge la dimostrazione della convenienza per l’Ente della scelta che si sta per compiere, in completa assenza di qualsivoglia studio di settore o confronto gestionale”. Il dibattito è di nuovo ricominciato.

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