Immondizia, le alternative – non idonee – a Malagrotta e il prefetto che diventa commissario ai rifiuti

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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Sui rifiuti, nel Lazio, c’è sempre un qualcosa da raccontare. Stavolta si riparla di Malagrotta, di commissari, e di quanto l’Inviolata continui ad essere uno dei siti papabili per accogliere quanto non verrà più conferito nella decadente struttura di Cerroni, proprietario anche della struttura che impatta terribilmente su Guidonia e sui territori limitrofi. Praticamente, se così fosse, sarebbe come spostare mobili da una stanza all’altra della stessa casa. Minima spesa e massima resa. Per chi i rifiuti li gestisce, naturalmente. E per chi guadagna – e molto – con l’immondizia. Ma andiamo con ordine. La Regione Lazio ha chiesto al governo la nomina di un commissario per la gestione dei rifiuti di Roma, Ciampino, Fiumicino e Città del Vaticano. L’incarico non è andato ad un tecnico. Ma al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Certamente uomo di polso, ma probabilmente non un esperto. Non finisce qui. La giunta Polverini ha provato a trovare ben sette siti che potrebbero sostituire Malagrotta: tre luoghi sono in area Fiumicino-Via Aurelia (Osteriaccia, Pizzo del Prete e Monti dell'Ortaccio), due in zona Riano-Via Tiberina (Procoio Vecchio e Quadro), uno a Corcolle-Via Collatina ed uno a Castel Romano-Via Pontina. Non c’è l’Inviolata. Potrebbe essere un segno buono. Non lo è. Il Comitato Risanamento Ambientale fa notare – e a quanto pare sono gli stessi uffici regionali ad ammetterlo – “che i sette siti non sono per niente idonei, vuoi per motivi paesaggistici, vuoi per problemi geologici, vuoi per vicinanza a vincoli”. Quindi, niente paura. I fan dell’Inviolata come regno dell’immondizia regionale possono tornare a sognare. Perché, continuano dal Cra, a questo punto ci sono “due possibili strade per i rifiuti romani: il Prefetto può forzare vincoli e iter amministrativi (AIA e VIA), ma si troverebbe probabilmente davanti l'opposizione delle popolazioni dei territori, già in stato di agitazione, Oppure, potrebbe elegantemente sorvolare sul problema, andando ad investire direttamente quelle discariche già in esercizio intorno alla Capitale, come Cupinoro, Fosso del Prete, Cecchina (con un settimo invaso nuovo di zecca), Colle Fagiolara e Inviolata (la più vicina e con un sesto invaso appena entrato in esercizio), con adiacente un bel casello autostradale pronto ad accogliere qualsiasi extra emergenza”. Si preannunciano quindi mesi caldissimi per i rifiuti laziali. Una scelta che è frutto dell’assist smarcante del Piano Rifiuti Regionale: niente più vecchi Ato – le 5 province – ma uno soltanto, con rifiuti senza più limiti se non quelli della Regione e dei 5 nuovi sub-Ato. “Ricordiamo che il nostro attuale Sub-ATO Area valle dell'Aniene e area valle del Tevere – proseguono gli ambientalisti – in sinistra idrografica composto da 49 comuni, produce circa 140.000 tonn/anno di rifiuti compreso l'organico”. Il Cra ritorna anche sul nascituro impianto TMB che sorgerà all’Inviolata. “Il sindaco di Guidonia Montecelio, Eligio Rubeis, cosi come aveva raccontato e deliberato, coinvolgendo tutti i consiglieri comunali, si impegnava, in fase di conferenza dei servizi, a prescrivere la quantità di rifiuti trattati dall'impianto TMB ad un massimo di 90/100 tonn/anno, preannunciando una forte riduzione di rifiuti da conferire in discarica, attraverso la raccolta differenziata porta a porta”. Una volontà che non trova corrispondenza nella Regione che ha assegnato all'impianto dell'Inviolata 190.000 tonn/anno più 30.000 tonn/anno di organico, ricollocando il tutto su un nuovo Sub-ATO comprendente tutta la provincia di Roma, la quale produce invece 2.601.875 tonn/anno di immondizie, che corrispondono al 76,85 % di tutti i rifiuti prodotti della regione Lazio. L’autorevole fonte di questi dati è il nuovo Piano rifiuti regionale. “Appare evidente che la Regione vuole assegnare all'impianto TMB dell'Inviolata un ruolo maggiore di quello giocato nel vecchio ATO Area Tevere-Aniene. Ben lungi, quindi, dal risolvere le problematiche dei rifiuti col ricorso a scelte virtuose, alla riduzione a monte, alla raccolta differenziata spinta, al riciclo, al riuso, la politica regionale viene affidata ad un Commissario, che utilizzerà la forza per imporre decisioni impopolari, inquinanti, conservatrici ed antieconomiche”. In questo bel quadro, chi paga? Pagano le persone, quelle che provano da anni a differenziare i rifiuti, quelle offese da schiaffi presi dalle scelte impopolari di chi governa. Pensiamo a Guidonia e alle zone offese dall’Inviolata. 25 anni di discarica, 15 anni di Parco Regionale che sta lì senza che nessuno prenda l’iniziativa di aprirlo al pubblico, strutture come “il cementificio, le cave di travertino, lo svincolo autostradale, l'impianto TMB per i rifiuti che portano solo inquinamento ambientale e danni alla salute”. Il Cra chiude ricordando come il Rubeis pensiero di alcuni mesi fa era solo uno: no alla mondezza romana a Guidonia. “E' bene che il sindaco guidoniano e la popolazione comincino ad organizzare una giusta strategia difensiva per non farsi trovare impreparati in caso di conferimento, senza appello, dei rifiuti romani, imposti appunto dal Commissario delegato dal Governo e da una fallimentare politica regionale piegata ai voleri della lobby della monnezza”. Mobilitazione che associazioni ambientaliste e comitati portano avanti da anni. Nel momento in cui tutti si renderanno conto dei rischi di una cieca obbedienza a quanto scende dall’alto, allora le cose potranno cambiare. Prima che sia tardi, evidentemente.

 

 

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