Regione Lazio. Vincenzi si dimette da capogruppo del PD in Regione dopo il caos intercettazioni: “Estraneo ai fatti, ho visto Buzzi due volte”

In In Evidenza, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi

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Vincenzi smentisce e rassegna le dimissioni da capogruppo del PD nel consiglio regionale del Lazio. E’ forte l’eco della comparsa del nome dell’ex sindaco di Tivoli all’interno delle intercettazioni di Mafia Capitale, ed ecco i primi scossoni, questa mattina, e i primi crolli, pochi minuti fa. “In merito a notizie che mi riguardano pubblicate questa mattina dagli organi di stampa, smentisco di aver presentato in Consiglio regionale emendamenti per finanziare il comune di Roma o i suoi municipi. Non corrispondono nel modo più assoluto a verità e sono destituite di fondamento, quindi, le affermazioni di Salvatore Buzzi su un mio presunto interessamento per far ricevere al municipio di Ostia 600mila euro o qualsiasi altra cifra. Di conseguenza, e lo sottolineo per evitare qualsiasi fraintendimento, non possono essere stati approvati in Consiglio regionale emendamenti del sottoscritto per elargire fondi ad Ostia, agli altri municipi della Capitale o al comune di Roma”. Così a questo punto l’ex capogruppo del PD, che si sofferma poi sui rapporti con Buzzi, “incontrato due volte su sua sollecitazione – continua Vincenzi – e nel corso degli incontri mi aveva chiesto di intercedere per far ottenere fondi ad Ostia. Una richiesta alla quale non ho dato alcun seguito. D’altra parte, anche il Ros dei carabinieri non ha trovato alcun riscontro alle affermazioni, false, di Salvatore Buzzi come è facile evincere dalle conclusioni dell’informativa dei militari dell’Arma che hanno scritto – cito testualmente – ‘Allo stato delle attuali conoscenze investigative, e dal contesto delle telefonate/dialoghi intercettati, non si è in grado di indicare se …. i 600mila euro da ottenere con l’aiuto di Marco Vincenzi siano stati finanziati da parte della Regione Lazio’. I carabinieri si limitano solo ad una presunzione che, lo ripeto ancora una volta, non ha alcun riscontro nella realtà dei fatti”. Fiducia nella magistratura, e la riserva di “tutelare nelle sedi competenti – prosegue l’ex sindaco – la mia immagine e onorabilità, oltre che quella della Regione Lazio, da notizie palesemente false su emendamenti per favorire gli affari illeciti di mafia capitale che non ho mai presentato, come purtroppo è già accaduto leggendo questa mattina alcuni organi di stampa”. Nessun avviso di garanzia, e estraneo ai fatti. Ma “nell’interesse del gruppo Pd alla Regione, dell’Amministrazione regionale e del Partito Democratico, rassegno le dimissioni da capogruppo ringraziando i colleghi consiglieri per la fiducia che mi hanno accordato”.

 
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