Guidonia / #ilsilenziouccide, il racconto della manifestazione: “Oggi è un seme, è coscienza, è cittadinanza”

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Il silenzio che uccide. Il silenzio terreno fertile per ogni tipo di violenza, per ogni tipo di paura. Quella paura che alimenta la violenza. “Noi siamo qui perché questo silenzio vogliamo cercare di romperlo. La violenza contamina a qualsiasi livello e per qualsiasi causa venga propagata”. Sono le parole di Andrea Galasso, uno degli organizzatori della marcia #ilsilenziouccide, a raccontare il senso della manifestazione che si è svolta a Guidonia nella sera di venerdì 25 maggio.

Circa 300 persone sono accorse all’iniziativa, spontanea e senza colori politici: poche se rapportate all’intera città di Guidonia, molte se considerata la scarsa propensione, ormai nota, della cittadinanza a scendere in strada per manifestare un pensiero, un’idea, un’emozione. E’ arrivato un no alla violenza sulle donne, e un no ad ogni forma di violenza, non gridato ma sentito, forte, diffuso e contagioso. E’ arrivata la vicinanza e l’affetto alla donna vittima dello stupro di una settimana fa, quello in Via della Selciatella.

Le donne con un accessorio rosso. Una camicia, un fermacapelli, una fascia, un rossetto, e tanti altri. Uomini con una rosa, sempre rossa. Le famiglie, i bimbi per mano i passeggini. Ragazze e ragazzi, donne e uomini, un corteo variegato eppure unito. Presenti anche numerosi rappresentanti politici del territorio.

In molti in questi giorni hanno lamentato l’assenza di fatti concreti contro la violenza sulle donne. La risposta sta nelle persone che hanno colorato questa sera di quasi estate a Guidonia. “Cosa c’è di più concreto di una comunità che unisce e inizia un percorso?”, sottolineano gli organizzatori.

I lumini al bordo delle strade che hanno composto il breve tragitto percorso, la sicurezza e lo sguardo sempre attento delle forze dell’ordine presenti, Polizia e Carabinieri. Un corteo che si è snodato attraverso slogan, applausi e lunghi istanti di raccoglimento.

Il finale è stato di nuovo a Largo Falcone, con gli interventi conclusivi e con la sensazione di un seme piantato, che ha iniziato a ricevere la prima acqua necessaria alla crescita. “Oggi è stato un seme. Non è un percorso politico, non è un percorso partitico. E’ cittadinanza, ed è coscienza. Le costruiamo insieme, tutti insieme”.

Insieme, giusto e quasi inevitabile, nel senso positivo del termine. Perché una comunità che ha coraggio uccide il silenzio stesso. A volte basta soltanto piantare un seme, e cominciare ad innaffiare.

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