Inviolata. Le preoccupazioni della Provincia, i tentativi di Rubeis, la latitanza di EcoItalia. C’era una volta l’ordinanza di diffida…

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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C’era una volta una ordinanza di diffida, capitolo di una favola che raccontava la vicenda ambientata in un posto brutto e maleodorante, che era diventato talmente pericoloso che l’oscuro signore dell’immondizia che lo governava sarebbe stato costretto a ripulire la sporcizia che le sue attività avevano immesso nelle falde del regno.
Dopo anni di regno incontrastato, nei quali la collina – di rifiuti – cresceva a dismisura, e nei quali pochi sapevano cosa realmente succedeva nel sottosuolo del regno – e quelli che provavano a dare l’allarme venivano messi all’indice, e tacciati di essere molestatori della pubblica quiete, estremisti, e altre cose che non stiamo qui a raccontarvi – finalmente sembrava che il bene cominciasse a trionfare. E invece…

Se la storia della discarica dell’Inviolata fosse una favola, probabilmente l’incipit sarebbe questo. Di favola c’è ben poco, diciamo che poco più di un mese fa tutto lasciava presagire un barlume di inizio di lieto fine. Non un lieto fine, che ci sentiamo di escludere: eventualità che non combacia con il futuro impianto TMB che andrà ad impattare sulla zona della discarica. Tuttavia, il 5 dicembre scorso, dopo la Conferenza dei Servizi sul tema delle falde avvelenate, tutti erano molto ottimisti. Ma, dopo quella data, poco o nulla si è saputo. Un limbo, classico delle tematiche dei rifiuti. In settimana è arrivato il richiamo del sindaco di Guidonia Eligio Rubeis a EcoItalia Srl, affinchà l’azienda esegua “immediatamente il programma di diffida imposto dalla Provincia di Roma attraverso una ordinanza  emanata il 5 dicembre scorso;  in caso contrario, già nei primi giorni di febbraio, convocherò una Conferenza dei servizi nell’ambito della quale stabilire se, e in che termini, la Ecoitalia, come da prescrizione di legge,  abbia redatto i piani di bonifica inclusivi del piano di caratterizzazione, messa in sicurezza, bonifica del sito a tutela del rischio ambientale, così come stabilito dai rilievi effettuati dall’Arpa. In quella sede, sono pronto a far valere le ragioni della città, fino a procedere  ad una richiesta  formale nei confronti di Ecoitalia srl, finalizzata alla messa in sicurezza  e bonifica in danno della Ecoitalia stessa. Questo significa che da quel momento, il Comune di Guidonia Montecelio, potrebbe valutare di anticipare le somme necessarie alla messa in sicurezza e bonifica del sito,  somme che potrebbero pesare economicamente da uno a tre milioni di euro, salvo poi decurtarle (recuperandole) dai crediti che annualmente il Comune riconosce alla Ecoitalia stessa per lo sversamento in discarica della quota di rifiuto indifferenziato prodotto dalla città di Guidonia Montecelio>. Quindi, in soldoni: il comune anticipa i soldi per la bonifica, e se li riprende dal conto che Ecoitalia presenta per mettere i rifiuti nella sua discarica. Fermo restando il fastidio di dover dare soldi per mettere i nostri rifiuti in un sito che continua a violentare l’ambiente di una città già agonizzante sotto questi aspetti, resta lo sconcerto per dover nuovamente constatare che, quando si tratta di prendersi le proprie responsabilità, EcoItalia tende a volatilizzarsi. Continuano le sollecitazioni della Provincia – condite dalla preoccupazione di constatare la latitanza dell’azienda di Cerroni – che recitano un ritornello ormai noto: eseguire immediatamente il programma di bonifica imposto dalla diffida. Rubeis, preso atto del fatto, si è detto “preoccupato quanto determinato a centrare l’obiettivo della bonifica delle acque sotterranee del sito della Inviolata. Ringrazio la Provincia, che solo nel caso del sito di Guidonia Montecelio ha messo in atto tutte le prescrizioni di legge necessarie, non lo ho fatto con Malagrotta a Roma, con Albano, dove pure vi sarebbero stati i medesimi presupposti; ciò significa che l’assessorato retto da Michele Civita ha trovato in me, nelle mie istanze, interlocutori determinati. L’ho detto, lo ribadisco,  prima della scadenza del mandato, ovviamente con l’apporto dell’assessore all’Ambiente del Comune di Guidonia Montecelio Enrico Scattone, porterò a termine il progetto che mi sono prefissato: mettere in sicurezza l’area dell’Inviolata sulla quale grava la seconda discarica d’Europa”. Mettere in sicurezza va naturalmente bene: sarebbe anche meglio mettere subito dopo un punto, e dire basta a 20 anni di discarica a Guidonia. Tutto questo non sarebbe accaduto con una politica ambientale e di gestione dei rifiuti perlomeno degna di questo nome. Parlare di avanguardia e associare questa parola a “Lazio” e “rifiuti” è una figura retorica neanche troppo poetica. Nell'articolo della Conferenza dei Servizi di dicembre (http://www.romaest.org/news/12/2011/inviolata-la-conferenza-dei-servizi-decide-per-lordinanza-di-diffida-a-ecoitalia-87-per-la-prima-volta-al-tavolo-le-associazioni-del-territorio/) si diceva con chiarezza che se Ecoitalia non avesse provveduto alla bonifica, si sarebbe profilato il reato di inquinamento ambientale. Dovrebbe anche esserci scritto nei verbali di quell'incontro. Lo ricordiamo, non sia mai serva a qualcosa.

 

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