Guidonia. Impianto TMB. Rubeis: “Lo faccio lo stesso, anche senza il Colari”

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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Forse una prova di forza con il capogruppo del Pdl in consiglio comunale Marco Bertucci, forse un modo per ricordare che la fascia di sindaco è ancora la sua, fatto sta che Eligio Rubeis ritorna sull’impianto TMB che dovrà essere situato all’Inviolata e lo fa con veemenza. Proprio nel momento in cui buona parte dell’opinione pubblica chiede di rivedere la decisione – http://www.romaest.org/news/02/2012/guidonia-e-i-rifiuti-il-faro-bertucci-porti-in-consiglio-una-mozione-contro-la-realizzazione-dellimpianto-allinviolata/ – dell’impianto, il sindaco la rivendica fortemente. La struttura si farà, con buona pace di chi dice il contrario: e non parliamo solo di Bertucci, che tra l’altro all’epoca l’impianto l’ha anche votato, ma di chi teme che il TMB sarà pietra tombale sulla situazione ambientale di Guidonia. Ci sono tuttavia strane novità. L’impianto il sindaco lo vuole, pure senza il Colari. “Lo voglio e lo farò, esso è necessario a chiudere il ciclo dei rifiuti aperto con l’avvio, due anni orsono, della raccolta differenziata spinta porta a porta; non amo lasciare le cose incompiute, responsabilmente quindi, nella prospettiva anche di una chiusura della discarica dell’inviolata legata irreversibilmente alla realizzazione del Tmb, ho la necessità di chiedere al Colari di Manlio Cerroni se sia ancora intenzionato a costruirlo, a due anni circa dalla chiusura del procedimento amministrativo regionale che ne dava il via libera realizzativo. Se così non fosse, il Comune è pronto ad individuare aree di sua proprietà per ospitarlo, ad aprire un bando di valenza europea per la individuazione delle migliori aziende ingegneristiche di settore, in grado di realizzare impianti di trattamento meccanico biologico di ultima generazione, sul modello di quello che ha cambiato per sempre la vita dei cittadini di San Francisco”. Ecco dunque la novità: si andrà avanti anche nel caso che il Colari – ipotesi che ci sembra perlomeno remota – si tiri indietro. Un colpo di scena in una storia che, a parte le polemiche politiche, negli ultimi due anni ha registrato una situazione di stallo abbastanza evidente. “Non mi piace la situazione di stallo nella quale si trova l’intera faccenda – aggiunge il sindaco – il ricorso al Tar ancora pendente presentato dall’Ente più di un anno e mezzo fa contro l’autorizzazione regionale (Aia del 2 agosto 2010) a trattare 190mila tonnellate, poteva essere superato da un protocollo d’intesa costruito sugli accordi raggiunti tra Regione, Provincia, Comune e Colari  in Conferenza dei servizi. Eppure quel documento, dai contenuti sposati almeno a parole da Cerroni, non è stato ancora firmato anche se pronto da mesi. Temo che la crisi economica abbia messo un ulteriore macigno sulla via della realizzazione del Tmb all’Inviolata: la mancanza di soldi. Almeno nella parte relativa ai trasferimenti dello Stato. Una situazione che potrebbe comportare un handicap serio per l’attuazione della politica ambientale messa in campo da questa amministrazione. Ecco perché invoco chiarezza: se Colari non ha più l’intenzione o la capacità economica di costruire l’impianto me lo venga a dire, in quel caso tornerò sul mercato, non prima però di aver chiesto alla Regione la revoca dell’Aia per subentrata mancanza di requisiti da parte del Consorzio”. Questa si che sarebbe una bella notizia: Colari fuori, almeno in parte, della gestione dei rifiuti della Regione Lazio. Certamente non accadrà, però ci piace pensarlo. Come ci piace pensare che un bel giorno, tra qualche anno, sulla collina dell’Inviolata  potremmo tornare a passeggiare a godere dell’ombra del parco archeologico, ora sbranato dall’immondizia e dagli interessi. Rispetto al ricorso, si attende la nuova udienza per il Tar: un ricorso che potrebbe dimostrare che quel sì all’impianto arrivato dal sindaco in sede di chiusura di conferenza dei servizi – siamo nel marzo del 2010 – era subordinato all’accoglimento delle prescrizioni comunali, su tutte quella di vincolare il dimensionamento dell’impianto all’Ato di riferimento, quell’Ato 2 che sversa in discarica 140mila tonnellate di Rsu all’anno e non 190mila come invece previsto dall’Aia. La legge vuole che il mancato recepimento nel provvedimento dei pronunciamenti sindacali, possa determinare l’inefficacia dello stesso parere favorevole espresso da Eligio Rubeis in quella sede. Se il Tar dice sì al ricorso del comune, tutto l’ Iter autorizzativo a beneficio di Colari ritorna in discussione. Tutto troppo complicato. Bastava dire no all’impianto da subito, e ricorsi, sentenze, attese, bandi, ce li saremmo risparmiati. A questo punto si attende la mossa di Cerroni, forse troppo impegnato sul fronte Corcolle: ma una reazione è lecito attenderla. A questo punto, non si sa cosa sperare.

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