Roma / Casa Internazionale delle Donne, in corso il presidio e il commento della Consigliera Guerrini, M5S

In Roma Est da Alessandra Paparelli Commenti

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Ancora forti le polemiche intorno alla Casa Internazionale delle Donne: la questione è molto delicata, lo sappiamo. Il momento storico stesso per le donne, è delicatissimo. Ricordiamo che la storica sede romana del progetto, nato 30 anni fa nella Capitale, è sotto sfratto per una morosità di circa 800mila euro.  Forti le polemiche in aula consiliare,  le opposizioni non hanno votato la mozione sul futuro della Casa.   Il centro culturale di Trastevere, come dicevamo, è da più di 30 anni attivo nelle lotte femministe e promuove moltissime attività e progettualità a sostegno delle donne.

Le parole della Presidente della Commissione delle Elette, consigliera M5S e prima firmataria della mozione:

Le donne e gli uomini del M5S romano rifiutano di essere rappresentati come “fascisti senza cultura” – come dichiara Gemma Guerrini, Vicepresidente Vicaria del Consiglio della Città Metropolitana, Presidente della Commissione Elette – “che ignorano il valore storico e simbolico incarnato dalla Casa Internazionale delle Donne, come certa stampa e certi personaggi politici o politicizzati stanno ripetutamente facendo in questi giorni”.

E ancora “E’ il momento di fare chiarezza proprio a beneficio innanzitutto delle stesse donne che nella strumentalizzazione incresciosa operata nel trattare questo complesso tema vengono ad essere le prime vittime. Cominciamo con il dire che nessuno intende chiudere la Casa e nessuno ha dato al Consorzio titolare della sua gestione lo “sfratto”, come pure si legge da più parti. La questione non è neanche riconducibile a mera contabilità come si vuol far credere – sebbene, va ricordato che l’ammanco nelle casse del comune di Roma ammonti ormai a 880 mila euro e che al consorzio è stato già assegnato un canone ridotto del 90% rispetto al valore di mercato dell’immobile proprio in riconoscimento del lavoro socialmente utile svolto”.

“Nel rispetto della legalità i servizi erogati verranno messi a bando”:  

La questione è più complessa di così e investe il tema della trasparenza nella sua accezione più ampia, e non meramente contabile, sottolineiamo ancora una volta. Il consorzio infatti si impegnava nell’accordo firmato con l’amministrazione nel 2003 a relazionare regolarmente sulle attività svolte all’interno della struttura ad un Organismo di Verifica e Garanzia appositamente disposto. Dal 2003 ad oggi esiste una sola relazione in merito, datata 2007. Nessuno degli organi amministrativi e politici deputati al controllo aveva finora mai eccepito nulla. In sostanza è stato negli anni impossibile effettuare le dovute verifiche da parte dell’amministrazione, per accertare che i servizi erogati rispondessero agli standard di qualità richiesti. La filiera del meccanismo di controllo non ha funzionato come doveva. Questa opacità nella gestione di un servizio che l’amministrazione ha affidato, in base al principio di sussidiarietà, ad una parte terza non tutela certo le cittadine che si rivolgono alla struttura”.

Dalle 18.00 di oggi è in corso il presidio in Campidoglio contro la chiusura della Casa Internazionale delle Donne con una petizione popolare e un appello che girano “La Casa siamo tutte” su Change.org , incontro tra le attiviste e gli Assessori per discutere della situazione ma anche del futuro stesso della Casa che dovrebbe colmare il debito di cui si parla, gli 800mila euro in canone d’affitto e che chiede che “venga riconosciuto quanto speso finora in manutenzione e in servizi erogati“, sembrerebbero circa 535mila euro.

Facciamo un passo indietro: in aula la votazione ha avuto momenti molto concitati ed emozionali, la vicenda (e il futuro, possiamo dire) della Casa Internazionale delle Donne è stata proposta in aula con la mozione presentata dalla Consigliera Guerrini, passata con i voti della maggioranza pentastellata Capitolina. Non sono bastate le forti contestazioni in Aula Giulio Cesare.
La mozione impegna la Sindaca Raggi e la Giunta a togliere alla Casa delle Donne la storica sede del Buon Pastore, non si sa per farne cosa, cancellando un’esperienza importantissima per le donne e la città, una realtà viva della cultura, del femminismo e dei movimenti” , come leggiamo nella pagina ufficiale Facebook della storica realtà presente in via della Lungara.  Vano il tentativo delle opposizioni di rinviare la discussione a domani, martedì 22: tra le contestazioni il presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, ha messo ai voti la mozione M5S presentata dalla Consigliera Guerrini che è stata approvata dalla maggioranza Pentastellata con 27 voti favorevoli e 2 contrari.

 

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