Tivoli – Guidonia / Treni cancellati, ritardi e oblio: la FR2 nei giorni dell’emergenza neve

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Oggi è tutto rientrato. I treni ci sono, la neve è sparita, il gelo è un ricordo. Ritorna quindi alla normalità la vita dei pendolari della FR2, quella Roma-Tivoli-Avezzano reduce da quattro giorni che definire tremendi è addirittura riduttivo.

Nessuno dei tanti passeggeri che ogni mattina e ogni sera hanno affollato le carrozze dei treni della linea ha messo in discussione l’evidente stato di emergenza causa freddo, neve e gelo. Ma è certamente evidente che il Piano Neve annunciato dai microfoni delle stazioni ha mostrato numerose lacune proprio tra i binari 1Est, 2Est e 3Est. Quelli della linea FR2 a Roma Tiburtina, partenza serale verso il ritorno.

I problemi in questi giorni sono cominciati già all’andata. Dei quattro treni che dalle 6 e 25 alle 7 e 03 passavano ogni mattina da Guidonia, puntualmente “saltavano” quelli delle 6.41 e quello delle 6.53. La scena alla quale hanno assistito in questi giorni i pendolari era sempre la stessa: all’arrivo in stazione spesso quello delle 6.25 era appena passato, più o meno in ritardo, e la speranza di un pronto arrivo del successivo crollava non guardando il tabellone o ascoltando gli annunci, ma grazie al buon cuore del personale che comunicava agli infreddoliti passeggeri il loro destino mattutino.

Tutti più o meno sono riusciti in questi giorni ad arrivare al lavoro, perché, una volta arrivati a Roma, il più era fatto: si trattava soltanto di convivere con la bolgia della metropolitana, o con il traffico affrontato dai bus.

I problemi, quelli veri, sono arrivati sempre al ritorno. Il clou è stato raggiunto nella sera di mercoledì. Tutti accade tra i binari 2Est e 3Est. Il treno delle 17 e 50 è appena passato e in molti affollano la banchina in attesa di quello delle 18 e 20 per Guidonia. “Annuncio cancellazione treno”, la voce metallica del disco raccontava di una gran quantità di treni cancellati, da e per la stazione Tiburtina. Ma quello per Guidonia sembrava resistere, ipotesi che si faceva più solida anche dopo la cancellazione del treno per Lunghezza. “Non potranno togliere anche quello per Guidonia”. I minuti passavano, il treno restava sullo schermo, nessuna comunicazione di ritardo e nessuna comunicazione di cancellazione. Chi aveva perso il treno delle 17 e 50 era in attesa del treno da più di un’ora. Nessuna comunicazione.

Al binario 1Est un miraggio. Un treno. “Sarà certamente quello delle 19 e 15 per Tivoli”, pensano più o meno all’unisono le centinaia – sì, centinaia, come ogni mattina e come ogni sera – di persone che ormai si sono radunate sulla banchina. Chi fuma, chi mangia, chi telefona. Chi si è congelato. Chi si è rassegnato. Ma il treno al binario di fronte è segno di speranza. Forse si riesce a partire.

Scale mobili prese d’assalto, con i più arditi che passano direttamente sui binari. Sullo schermo il primo sospetto. “Tivoli: 19.43”. Le porte chiuse la certezza: quel treno sarebbe partito tra 45 minuti. In tanti adocchiano il primo operatore utile per chiedere informazioni. Ne appare uno all’orizzonte. “Mi dispiace, ma è tutto il giorno che qui le comunicazioni non arrivano”, così un “addetto ai lavori”, a sua discolpa visibilmente imbarazzato.

Le persone tornano al binario “di partenza”, di nuovo attraversando i binari. Borse, valigie, sigarette, mani in tasca, occhi stanchi, carotide che batte forte. C’è stanchezza e c’è rabbia. Non per il treno saltato, ovviamente, o non solo. Ma per la certezza di essere pendolari di serie B, quando va bene. Abbandonati.

Arrivano le 19 e 15, e il treno per Tivoli non si vede. Si fanno le 19 e 25, il mezzo appare all’orizzonte. La scena è quella, più che legittima, dell’assalto alla diligenza: del resto sono soltanto quasi due ore di attesa, il tutto senza conoscere tempi e modi per ritornare a casa. La gente entra, si siede. L’altoparlante chiede scusa, e annuncia la fermata anche a Ponte di Nona. Il treno chiude le porte e finalmente parte verso casa. Nelle orecchie ancora “Annuncio cancellazione treno”. Intorno sguardi stanchi e rassegnati. La linea è così da sempre. Caldo, freddo, pioggia, neve, gelo. E’ capitato anche di assistere a treni cancellati per animali investiti, o per mucche sui binari. La neve ha messo a nudo non le problematiche: in questi giorni di emergenza nessuno ha mai protestato né alzato la voce. L’emergenza era troppo evidente per arrabbiarsi. La neve ha però “congelato” lo stato di migliaia di persone che ogni giorno affollano questi treni. Congelato “per conferma”: pendolari di Serie B, condannati a espiare colpe non loro tra i binari 1 2 e 3Est.

 

 

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