Musei capitolini, dopo cinquecento anni torna nella capitale: il “Musico” di Leonardo nell’esedra del Marc’Aurelio

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Roma, 11 dic – "Chissà quanto sarebbe stato contento Leonardo di avere il suo Musico accanto alla statua del Marc'Aurelio. Leonardo lo cita espressamente come grande esemplare dell'antichità da prendere a modello". Con queste parole lo studioso Pietro Marani saluta il duetto emozionante tra il Ritratto di Musico, capolavoro di Leonardo da Vinci, l'unico ritratto maschile tra i pochissimi eseguiti dal genio toscano, che da oggi spicca in mostra nell'esedra del Marc'Aurelio. A presentare l'eccezionale opera, che dopo circa cinquecento anni esce per la prima volta dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano per rimanere esposta fino al 27 febbraio, l'assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi, il sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro, il presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone. Il progetto scientifico, promosso dall'Assessorato capitolino alla Cultura, su iniziativa della Commissione Cultura, e' organizzato dall'associazione culturale Metamorfosi presieduta da Pietro Folena in collaborazione con la Biblioteca Ambrosiana. Databile intorno al 1485, subito dopo l'arrivo in Lombardia di Leonardo, e' da considerare opera assai precoce, a esprimere il graduale affiancarsi dai canoni della ritrattistica ufficiale, nel suo inedito "tre quarti": "Il ritratto rappresenta il primo tentativo in cui Leonardo cerca di dare forma esterna al movimento della mente – dice Marani – i moti psicologici sono suggeriti dall'impercettibile moto degli occhi che si perdono in lontananza". Quanto all'identificazione del personaggio: "la critica ha avanzato i nomi di tutti i principali musicisti di Milano dell'epoca – dice Marani – compreso Atalante Migliorotti, l'amico musicista che aveva seguito l'artista da Firenze a Milano il cui ritratto e' citato da Leonardo in un elenco di opere d'arte redatto in un foglio ora nel Codice Atlantico". "Questo progetto dimostra il rapporto virtuoso che ci può essere tra pubblico e privato – dice Croppi – rendendo accessibile ad un grande pubblico un'opera preziosa come quella di Leonardo che non usciva dall'Ambrosiana da 500 anni". "La suggestione dell'opera deriva anche dall'interpretazione come metafora della musica e della giovinezza, non altro che lo spirito del Rinascimento che Leonardo incarna in modo sublime – dice Mollicone – Questa iniziativa si inserisce in un percorso culturale all'insegna della ricoperta del Rinascimento romano. Perché Roma non e' solo Colosseo ma anche Rinascimento con Micheangelo e Leonardo incarnazione dello spirito italiano. Tant'è – conclude Mollicone – che nell'ottobre del 2011 apriremo la grande mostra su Leonardo e Michelangelo dal titolo Italiani prima dell'Italia, dove ciascuno dei due geni è raccontato attraverso 50 capolavori provenienti rispettivamente dall'Ambrosiana e dalla Casa Buonarroti". Conclude Giro sottolineando che "Iniziative come queste servono per approfondire dettagli dell'opera a volte trascurati e sconosciuti".

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