Guidonia. Una “pista di decollo” e un aereo pronto a partire: taglio del nastro per la rotatoria sulla 48

In Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Un aereo che decolla davanti a una delle principali porte d’ingresso della Città dell’Aria. Un grande impatto simbolico per chi arriva a Guidonia dal casello dell’autostrada sulla 48. L’aereo, un G91, è il principale elemento che caratterizza la rotatoria inaugurata nella primaverile mattina di domenica 25 novembre. Rotatoria arricchita, oltre che dall’aereo – posizionato su un arco tricolore – anche da una stele di travertino e da un olivo, altri “prodotti tipici” della zona. Il progetto dell’area – a titolo gratuito – è dell’architetto Alfonso Rubeis, mentre la famiglia D’Alessio, in particolare della signora Marina,  è lo sponsor privato dell’opera: il contributo di 160 mila euro è un modo per ricordare l’importante ruolo di Domenico D’Alessio, imprenditore che molto ha dato alla comunità locale.

La cerimonia di inaugurazione è stata anche un modo per celebrare un pilota che ha avuto il privilegio di aver volato su un G91: parliamo di Giuseppe Terzulli, pilota della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori. All’uomo, presente con la famiglia, una menzione da parte di Moreno Guerrini  – lui a condurre i tempi della manifestazione – e la consegna di una targa da parte del sindaco di Guidonia Eligio Rubeis: 1000 ore di volo sul G91 – siamo negli anni 50 – sono un evento da celebrare, ancor di più in una giornata come quella di oggi.

Molte le autorità presenti: oltre a Rubeis c’erano Sabatino Leonetti, l’assessore provinciale Marco Vincenzi, e alcuni consiglieri comunali. Sono intervenuti anche le autorità militari: il comandante dell’Aeroporto di Guidonia “Alfredo Barbieri”, Colonnello Pilota Alberto Pelacchi, delegato anche a rappresentare il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica a questa importante cerimonia, e il Tenente Colonnello Tommaso Scarabelli, Capo Ufficio Comando, dell’Aeroporto.

Dopo la benedizione di rito effettuata da Don Michele, parroco della Chiesa del Sacro Cuore di Guidonia, e dopo la lettura di una lettera del Vescovo di Tivoli Mauro Parmeggiani, arriva il momento dei saluti istituzionali. Sabatino Leonetti porta il discorso sulla necessità “di mettere insieme le varie forze interessate per arrivare alle firme mancanti del protocollo d’intesa relativo al Centro Spaziale Internazionale da portare a Guidonia. Già oggi è un primo passo, con cui si sta dando un messaggio importante”. Marco Vincenzi ha invece definito “estremamente simbolico l’aereo alle mie spalle: racconta di una comunità che è pronta a partire verso il futuro. Contiamo il 30 novembre di chiudere la conferenza dei servizi per dare finalmente il via al collegamento tra la 28bis e Albuccione, e all’ampliamento della Tiburtina fino al casello del CAR. Opere che dipingono un futuro vivibile e certamente maggiori prospettive di lavoro”. Dopo i saluti di Danilo D’Alessio in rappresentanza della famiglia che tanto ha contribuito alla realizzazione dell’opera, è stata la volta del sindaco di Guidonia, che oltre a sottolineare la presenza di tutti i simboli della città nella rotatoria – aereo, ulivo, travertino – e a portare i ringraziamenti di rito a chi ha contribuito alla realizzazione, pratica e politica, ha anche ricordato come “la presenza di alcuni ingegneri iracheni nell’aeroporto di Guidonia per il corso di Ingegneria Aerospaziale dell’Università La Sapienza pone Guidonia in un ruolo principe rispetto a questa tipologia di studi. Nelle giornate come quella di oggi tengo a ricordare l’importanza della collaborazione tra le istituzione: solo così possono nascere opere importanti come questa rotatoria e come tutte le altre che stiamo per definire. Tutti siamo tenuti a far crescere questo nostro territorio del Nord Est: e io sono convinto che per Guidonia faremo ancora molto”. A chiudere il Comandante dell’Aeroporto Barbieri Alberto Pelacchi. “ Questa rotatoria conferma il grande e importante legame tra la città e l’aeroporto. Ho visto grandi passi in avanti della città da quando sono qui”.

 

 

    

    

 

 

 

 

 

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