Faccia a faccia con Enrico Ruggeri: dal Bivio al nuovo tour, le confessioni di un big della musica italiana

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano, Spettacolo da Yari Riccardi Commenti

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Ci siamo caduti anche noi. Ma visto che Enrico Ruggeri ha avuto senz’altro a che fare con giornalisti più prestigiosi di chi scrive, è stata una bacchettata perlomeno gratificante quella che l’autore di Mistero ha lanciato dal palco. Si, si rivolgeva anche a chi scrive, quando parlava di essere “stanco perché tutti i giornalisti mi fanno sempre la stessa domanda”. Chiedere ad un cantautore se ha una canzone “del cuore” ha un significato ben preciso: scoprire se è la stessa che abbiamo noi. Può sembrare banale, ma è consolante scoprire se la musica che ci piace è la prediletta anche di chi l’ha scritta. Fatto enormemente emotivo, ma che cosa è la musica se non emozioni e irrazionalità? Andando nello specifico, abbiamo incontrato prima del concerto che ha tenuto domenica sera a Guidonia, durante la Festa di Santa Maria di Loreto, tappa del suo nuovo tour. Un incontro interessante con uno degli artisti più importanti della musica italiana, che da poco si è concesso anche alla tv e alla scrittura, con la pubblicazione di un romanzo. Ruggeri può piacere o no, come tutte le cose, ma resta uno dei grandi della musica italiana. Ed incontrarlo è stata una opportunità che non si poteva non cogliere.

 

Facciamo un primo bilancio del suo tour. Prima di Guidonia era a Palermo. Come si sente?

Stiamo facendo molti concerti, e siamo molto contenti: avevo molta voglia di tornare a suonare, dopo aver esplorato negli ultimi mesi altri campi.

La domanda allora è obbligata. Preferisce il palco o la televisione?

La mia vocazione è quella di suonare, senza dubbio, Mi piace raccontare storie e mi piace farlo attraverso la musica, principalmente. Anche la televisione o un libro permettono di farlo, ma il contatto con il pubblico, sul palco, è quello che mi dà più emozioni.

Esiste una tua canzone che senti particolarmente?

Non esiste e non potrà mai esserci. Dopo 29 album è impossibile ed ingeneroso scegliere.

Il bivio. La capacità di scegliere. Il destino che si para davanti alla nostra strada. Quale è stato il primo bivio della sua vita?

Risale ai tempi del militare. Erano i tempi del sorteggio: a me è capitato di non farlo. Se fosse stato il contrario forse sarebbe cambiato tutto: fu l’anno della mia partecipazione a Sanremo. Un bivio vero e proprio, il destino ci ha messo decisamente del suo.

Lei è stato in giuria a X Factor. I reality sono sempre più fucina di cantanti, più o meno talenti. Che consigli si sente di dare a chi sogna la grande occasione?

Sono treni che passano, e che molti prendono al volo, anche spingendo per entrare. Spesso creano dei disadattati: sono lontani i tempi in cui dalle competizioni di giovani emergevano Ramazzotti o la Pausini.

Una delle sue canzoni più famose è Peter Pan. Quanto è importante restare bambini?

E’ fondamentale. Stupirsi, meravigliarsi davanti alle cose belle, è una buona ricetta per stare bene. “Meglio di così non saremo mai”: una frase semplice ed assolutamente valida.

 

Il concerto di Ruggeri è stato un viaggio tra tutte le variazioni di musica e linguaggio che il cantautore ha portato avanti nel corso degli anni. Da “Il mare d’inverno” a “Quante vite avrei voluto”, passando per “Quello che le donne non dicono” e naturalmente “Mistero”. Un bel concerto, molto rock, dove Ruggeri non si è risparmiato, e dove la band al seguito ha dato una ottima prova di sé. Buona anche la risposta del pubblico, piazza gremita e bella partecipazione. Se proprio dobbiamo trovare una pecca, aspettavamo “Peter Pan”. Ci sono delle canzoni che restano dentro anche a distanza di anni. Sarà perché portano a ricordare momenti felici. Ecco, se Ruggeri avesse fatto quella canzone, il voto sarebbe stato 10, anche per la disponibilità con i fan. E allora gli assegniamo un bel 9, e la bacchettata gliela diamo noi. La prossima volta, Enrico, facci cantare “Peter Pan”: “…Dicono tutti che non c'è,ma io che l'ho visto so dov'è. Forse non immagini,
ma non è difficile comprendere…”. In periodi così oscuri, c’è bisogno di ritornare bambini. Di non crescere, o meglio, di avere l’impressione di poter fermare il tempo. Almeno per un concerto…

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