Sakineh, deposte pietre davanti alla sede della Regione: “Cancellate pena”

In Cronaca & Attualità da Roma Est Magazine Commenti

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Roma, 09 set – È partito dal palazzo della giunta regionale a via Colombo l'appello per la cancellazione della pena per Sakineh. Assessori, consiglieri, uomini e donne, semplici cittadini in fila per deporre una pietra di fronte all'immagine della donna iraniana condannata alla lapidazione. Circa un centinaio di persone. La prima a deporre il sasso è stata il presidente della Regione Lazio Renata Polverini che qualche giorno fa ha lanciato l'iniziativa "Nessuno scagli la prima pietra". "Non ci basta che la sentenza sia stata sospesa, – ha detto il governatore del Lazio – noi non ci fidiamo delle parole e non ci fermiamo, chiediamo la cancellazione della condanna per Sakineh, un'amica, una sorella. Guai a far cadere il silenzio – ha continuato – oggi siamo qui per lei ma anche per tutte le altre donne condannate in Iran e per tutti gli uomini". Accanto a Polverini il presidente dell'associazione Rifugiati politici iraniani in Italia, Davood Karimi che ha iniziato il suo discorso immaginando di parlare a nome di Sakineh: "Nel mio paese essere donna è un reato – ha detto Karimi – le donne non hanno diritti. Vi ringrazio dal fondo del carcere, della mia cella, non abbassate la guardia, non lasciatemi sola". L'immagine di Sakineh rimarrà esposta di fronte al palazzo della giunta anche nei prossimi giorni. "Invito tutti i cittadini a venire qui – ha detto Polverini – e a deporre una pietra, invece di scagliarla. Queste pietre sono speranze di vita". Dopo Polverini anche la sua squadra di assessori hanno deposto pietre sotto la foto di Sakineh, in prima fila l'assessore regionale alla Cultura Fabiana Santini che ha chiesto "la cancellazione definitiva di una pena così indegna".omniroma.it

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