Guidonia – Fonte Nuova / Falde inquinate all’Inviolata, il punto del CRA

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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“Situazione a dir poco preoccupante: si conferma la presenza a livelli molto alti di manganese, ferro, arsenico, nichel, ma anche quella di sostanze chimiche assenti nelle precedenti analisi. Si parla infatti di composti organici quali l’N-butilbenzensulfonammide, il bisfenolo, il 2,4,6-Triallyloxy-1,3,5- triazine trovati nei 23 campioni di acque sotterranee prelevati tra il 5 aprile ed il 7 giugno 2018”.
E’ ancora il CRA a fare il punto sulle falde intorno alla discarica dell’Inviolata dopo i dati arrivati da Arpa Lazio relativamente alle ultime analisi effettuate nei pozzi spia.
“Poiché la stessa Agenzia regionale avverte sulla particolare tossicità di tali sostanze organiche, pericolose per l’uomo e per l’ambiente, varrebbe la pena che i comuni interessati direttamente dalla grave contaminazione della falda, dunque Guidonia Montecelio e Fonte Nuova, prendessero più seriamente in esame la situazione, a tutela del proprio territorio e della salute di chi lo abita”.
In particolare il Comitato si sofferma su Fonte Nuova. “L’amministrazione comunale non risulta essersi particolarmente attivata, oltre che per una presenza del tutto formale alla Conferenza dei servizi indetta fin dal dicembre 2011 e tuttora in corso senza tangibili passi avanti, dopo aver proibito ai propri cittadini di utilizzare l’acqua dei pozzi privati nella frazione di Santa Lucia già da due anni. Infatti, nonostante le promesse, nulla è stato fatto per procedere ad ulteriori analisi delle acque sotterranee sui parametri ambientali (Dlgs 152/2006) utilizzati dalla stessa ARPA Lazio all’Inviolata”.
Pozzi chiusi, non si sa fino a quando. Numerose le domande poste dal CRA. “C’è relazione tra l’inquinamento della falda sottostante l’abitato di Santa Lucia e quello individuato all’Inviolata? L’arsenico, il ferro e il manganese rinvenuti in valori elevatissimi in un pozzo a Santa Lucia hanno un rapporto diretto con l’inquinamento generato dal percolato della discarica? Perché non è ancora terminata la perimetrazione dell’area contaminata dallo stesso percolato?”.
Ce ne è anche per Guidonia – “Non appare secondaria la <leggerezza> con cui l’Amministrazione guidoniana sta conducendo la Conferenza dei servizi stessa sulla contaminazione della falda. Tempi biblici per redigere i verbali delle riunioni, lentezza ed inadeguatezza amministrativa, nessuna “pressione” sui responsabili dell’inquinamento per giungere ad un reale confinamento dell’area contaminata, scarsa trasparenza, accettazione passiva del flop della “sperimentazione” attuata da Eco Italia 87 per abbattere gli inquinanti in falda, nessuna richiesta di redigere il progetto di bonifica ecc” – e per la Regione Lazio. “Del tutto inconsistente il ruolo dell’ente per ciò che concerne la sanità delle acque sotterranee, dei fossi e dell’area protetta del Parco, in cui sono ubicati alcuni dei pozzi di acqua contaminata,. Ugualmente assente ed irresponsabile l’Area rifiuti regionale che non ha ancora ammesso l’illegittimità dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto di trattamento dei rifiuti (TMB), sempre all’Inviolata, che nel suo perimetro “gode” della presenza di un piezometro (il P2A) in cui l’ARPA Lazio ha rilevato il bisfenolo e l’N-butilbenzensulfonammide, entrambe sostanze molto nocive, oltre al benzene, al diclorobenzene, a manganese, ferro, arsenico in concentrazione anche 100 volte superiore alla soglia consentita”.
Una situazione resa ancora più grottesca dalla mancata comunicazione alla cittadinanza da parte delle istituzioni. “Appare infine ridicolo e preoccupante il fatto che siano le associazioni locali a dover informare la popolazione sullo stato di contaminazione delle acque sotterranee e sulla inconsistenza di una tutela ambientale da parte istituzionale, provocando una situazione che vede l’autorità giudiziaria unico interlocutore credibile per la cittadinanza”. Così chiude il CRA, per una vicenda che ciclicamente torna a far parlare di sé.

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