Può un documento di 5 pagine affossare le speranze di un rinnovamento/miglioramento delle condizioni ambientali di una città che vive una lenta agonia? Si, bastano 5 pagine per fracassare quelle piccole speranze che erano riposte, chissà, in un miracolo, in un parere negativo, in un ripensamento. Ma evidentemente le idee a Guidonia sono ben chiare da più o meno 30 anni, da quando qualcuno ha deciso di far piombare la discarica dell’Inviolata sulle teste di 90 mila persone inermi e indifese di fronte a scelte scellerate.
Determinazione n. C1869 del 02 agosto 2010, Regione Lazio. Ad agosto, tutti gli uffici sono chiusi, o perlomeno lavorano in maniera ridotta: alla Regione no. Nel palazzo della Polverini in 2 agosto si decide di concedere l’Aia (Autorizzazione integrata Ambientale) al Colari per la costruzione dell’ormai famigerato Impianto per il Trattamento Biologico dei rifiuti: produzione di cdr – 190mila tonnellate/anno – uno degli scopi, al quale viene affiancato un impianto per il compostaggio, 27mila tonnellate/anno. Il tutto ai margini, più o meno, del Parco Archeologico dell’Inviolata, lo stesso che la Regione, guarda un po’, si dimenticò tempo fa (http://www.romaest.org/news/07/2010/la-regione-si-dimentica-del-parco-dellinviolata/). Quindi l’impianto si farà, con buona pace di chi si è sempre dichiarato contrario, e con somma gioia di chi pensa che la struttura farà la fortuna della città. Noi pensiamo che farà la fortuna di chi la gestisce. Si chiude, ecco l’impianto, un impianto che, tempo fa, un personaggio della politica di Guidonia, serio e competente, definì “vecchio ancora prima di nascere”. Un impianto Benjamin Button, magari nasce al contrario e tra 90 anni sarà all’avanguardia.
Come è normale, sono insorte le organizzazioni ambientaliste della città. Ha iniziato il Comitato Risanamento Ambientale. “Ancora una volta gli interessi privati condizionano e
determinano direttamente le politiche locali – spiegano i responsabili dell’organizzazione, nonostante la contrarietà più volte manifestata dalla cittadinanza, nonostante il sovradimensionamento dell'impianto (in tutta l'area interessata si producono 140mila tonn/anno di rifiuti), nonostante il ricorso al TAR contro l'impianto stesso (inoltrato dalle associazioni locali) non sia stato ancora discusso, nonostante le promesse del sindaco Rubeis su una fantomatica riduzione delle potenzialità dell'impianto, nonostante molti comuni dell'area abbiano avviato, faticosamente, la raccolta differenziata porta a porta”.
Il CRA paragona l’attuale situazione politico-ambientale ad una vecchia commedia di Dario Fo, “Isabella, tre caravelle e un cacciaballe”. “Anche oggi Isabella (la Polverini) tenta – concludono dal CRA – di far navigare le tre caravelle guidoniane (la discarica per rifiuti urbani di Cerroni, l'impianto per la produzione di cdr dello stesso Cerroni ed il cementificio Buzzi-Unicem), grazie ad un “cacciaballe” di nome Rubeis, pronto ad accettare ogni richiesta di “sviluppo industriale” che porti con sé inquinamento ambientale e interessi privati e disposto a raccontare evidenti panzane ai cittadini. Certo, la Polverini ed il prode Rubeis hanno avuto le porte spalancate da chi li ha preceduti: Storace e Marrazzo in Regione, Lippiello al Comune di Guidonia Montecelio. Ma è oggi che, in un breve lasso di tempo, abbiamo avuto l'ampliamento della discarica dell'Inviolata, l'autorizzazione alla costruzione dell'impianto per la produzione di cdr ed aspettiamo, da un momento all'altro, nuove autorizzazioni per il cementificio”. Dunque, il comitato sceglie la via dell’ironia per accusare l’attuale e le passate amministrazioni. A distanza di pochi giorni, arriva anche il circolo Legambiente di Guidonia, che non è mai stato tenero con le amministrazioni cittadine, portando tuttavia sempre fatti documentati e certi. Una buona abitudine che non tutti hanno. Il circolo ha scritto una lettera al sindaco Rubeis, ricordando al primo cittadino come “nel corso della campagna elettorale del 2009 che si è conclusa con la Sua elezione, la discarica dell’inviolata è stato uno dei temi di discussione più caldi. Nel suo personale volantino elettorale Ella parlava della chiusura della discarica. Una volta eletto ha dichiarato che per chiudere l’attuale discarica era necessario aprire un impianto di trattamento rifiuti corredato da un nuovo buco per interrare i rifiuti: quindi una nuova discarica per altri 30 anni (stessa soluzione proposta dal Suo predecessore Filippo Lippiello)”. Legambiente specifica come fosse sempre stata contraria alla soluzione dell’impianto, contestando il progetto Co.la.ri “perché prevedeva un impianto di Trattamento meccanico biologico (TMB) di rifiuti indifferenziati da 190.000 tonnellate annue (che non è coerente con la normativa europea e nazionale sullo smaltimento dei rifiuti che prevede almeno il 65% di raccolta differenziata) e perché questo costituisce un salasso economico per i cittadini che devono pagarlo (oltre 37milioni di €)”. Va detto che i cittadini di Guidonia pagano anche la tassa sulla mondezza, e che “dell’impianto di compostaggio della frazione verde dei rifiuti da 27.000 tonnellate annue ancora non si conosce il costo economico”. Vale la pena di ricordare che il 20 gennaio 2010 il consiglio comunale ha votato una delibera che chiedeva, alla Regione Lazio, soltanto il ridimensionamento dell’impianto Co.La.Ri da 190.000 a max 90.000/100.000 tonnellate/anno, che, sommate all’impianto di compostaggio avrebbe comportato una capacità complessiva di max 130.000 tonnellate di rifiuti all’anno. Si legge sopra che questi numeri non sono stati minimamente presi in considerazione, né dalla Regione, né tantomeno dal Cerroni: i conti sono piuttosto semplici e si arriva di fatto a 217000 tonnellate/anno di rifiuti. La conclusione del circolo locale di Legambiente è semplice. “Storicamente le Amministrazioni Guidoniane sono state agli ordini dei consoli romani e continuano ad esserlo. Il Sindaco del terzo comune del Lazio non viene ascoltato neanche da un’Amministrazione Regionale amica. Le legittime richieste ed aspettative dei cittadini non sono prese in considerazione da chi deve governare nell’interesse della collettività e che invece amministra solo a favore dei soliti noti. Per questo, tutti, il sindaco, la giunta e la maggioranza in consiglio comunale devono rassegnare le dimissioni, se hanno ancora un briciolo di dignità”. Questo è solo il primo atto. La Regione fa carta straccia delle delibere di consiglio comunale della città di Guidonia. Le volontà dei cittadini vengono completamente ignorate. Cittadini che votano, al comune come per la Regione, e che di fatto non vengono rappresentati nelle loro volontà. E l’ennesimo schiaffo si abbatte su Guidonia. Non violento, quasi beffardo, di scherno. Una ironia che prosegue, se pensiamo che l’associazione Amici dell’Inviolata segnala che “sono in corso lavori stradali, presumibilmente condotti dall'azienda che sta procedendo all'apertura dello svincolo sull'A1 (non c'è alcun cartello di autorizzazione lavori), presso Via di Casal Bianco, altezza Via dell'Inviolata, all'interno del perimetro del Parco regionale dell'Inviolata di Guidonia. Secondo quanto previsto dalla LR 22/96, art. 7 (Divieti), sono permessi all'interno del Parco unicamente lavori connessi all'apertura di uno “svincolo autostradale sulla bretella A24 per il miglioramento della mobilità nell'area Guidonia-Mentana, previo parere favorevole delle competenti strutture regionali”. Non risulterebbe che tale parere sia stato richiesto né, quindi, concesso. Si prega, di conseguenza,di appurare con cortese urgenza la congruità delle autorizzazioni in possesso dell'azienda che sta portando avanti i lavori in oggetto”. Il vero problema sarà quando anche quei pochi si rassegneranno allo stato dei fatti. E il vento che tira sembra proprio agitare bandiere bianche. La città è stanca di essere violentata.
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