Guidonia. Trevvvù contro il DDL Cirinnà

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Politica da Yari Riccardi

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L’obiettivo è quello di non far approvare il ddl Cirinnà. Ed è per questo che a Guidonia l’associazione culturale Trevvvù ha aderito all’iniziativa delle associazioni ‘prolife’ – ProVita, Movimento per la Vita, Manif pour Tous e molte altre – dando il via a una petizione per chiedere a deputati e senatori di fermare il provvedimento. La raccolta firme è attiva dal 10 agosto: gli interessati potranno firmare i moduli nella sede dell’associazione in Via Visintini 40, a Guidonia, il lunedì e il giovedì dalle 17 alle 20. Un progetto, quello del ddl Cirinnà, che va, secondo l’associazione, a colpire “il tessuto sociale della famiglia italiana, già molto fragile e penalizzato economicamente e fiscalmente, rischia ora di subire ulteriori, profonde lacerazioni: con questo progetto si prevede l’equiparazione di fatto dell’unione omosessuale alla famiglia naturale fondata sul matrimonio, riconosciuta come tale dalla Costituzione (art. 29). L’unione omosessuale, infatti, verrebbe sancita di fronte all’ufficiale di stato civile alla presenza di testimoni e l’atto che ne fa fede contenuto in apposito registro”. Il tutto porta alla parità di diritti tra le due tipologie di unioni che ne consegue, “ad eccezione dell’adozione, ma con garanzia della step child adoption, la possibilità cioè di adottare eventuali figli avuti da uno dei due partner dell’unione. L’Europa, che non ci impone di legittimare i matrimoni gay, non potrebbe però avallare questo simil-matrimonio di serie B, rendendo  – prosegue Paolacci – inevitabile la sua equiparazione al matrimonio per via giudiziaria, sulla base di un principio di non discriminazione, anche per quanto riguarda le adozioni. Per lo stesso principio sarebbe poi inevitabile permettere alla coppia gay anche l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita che, a causa degli ovvi impedimenti di natura, non potrebbe essere che di tipo eterologo”. L’altra faccia della Luna, secondo Trevvvù, è l’evidente difficoltà della famiglia di stampo tradizionale, visto che “a distanza di 7 mesi dalla sua approvazione in legge di stabilità non si riesce ancora ad assicurare il bonus di 1.000 euro previsto per le famiglie con almeno 4 figli che dispongono di un reddito inferiore agli 8.500 euro. Si apre a discutibili diritti ma non si riesce a garantire neanche un assegno di povertà per le famiglie più indigenti. Il progetto di legge Cirinnà rischia di dare una definitiva spallata culturale e valoriale alla famiglia naturale, tutelata dalla Costituzione in quanto luogo dove nascono, crescono e sono educati i figli, il futuro del nostro popolo”. La raccolta sarà attiva fino al mese di ottobre.

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