Stupro di Pizzoli. Dal bianco della neve al nero dei sogni: Rosa continua a chiedere giustizia

In Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi

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violenza“…L’anima non esiste. è tutta una fregatura. Gli eroi non esistono. i vincitori non esistono − è tutta una fregatura e una gran cagata. I santi non esistono, i geni non esistono son tutte fregature, tutte favole, è così che va avanti il giochetto. Ognuno cerca solo di tirare a campare e d’aver fortuna − se ci riesce. il resto non sono che stronzate…” 

Il problema, a questo punto, è aver letto le favole. Quelle belle, dove i cattivi vengono sconfitti, dove sai sempre quale è il Bene e quale è il Male, dove le principesse che vengono catturate e ferite, torturate e umiliate, prima o poi sono liberate. Dove il “tutti vissero felice e contenti” vale per chi se lo merita davvero. Senza le favole non saremmo di nuovo qui a parlare di “Rosa”, la ragazza di Tivoli stuprata a Pizzoli nel 2012. Perchè ce ne saremmo fatti una ragione, e con noi tutti quelli che hanno il cuore sanguinante davanti a quanto sta succedendo ancora oggi.  Se davvero fossimo in una favola, la principessa sarebbe in un castello a tentare di dimenticare l’orrore subito e l’orco imprigionato nella torre più alta e isolata del regno. Non è una favola questa, è una storia orribile che inizia nel bianco, che viene sporcato dal sangue e finisce nel nero, colore di una speranza di giustizia che è stata di nuovo macchiata.

“Pur ritenendo giusto che a ciascuno sia data la possibilità di rifarsi una vita e cercando di non lasciarsi sopraffare dal desiderio di vendetta, la notizia del permesso di uscita, per motivi di lavoro, concesso a Francesco Tuccia, tristemente famoso per l’efferato delitto che ha perpetrato ai danni di una nostra giovane concittadina, ci lascia interdette”. Questo dichiarano le volontarie dell’Associazione 8Marzo2012 di Tivoli, stupite, preoccupate e indignate dalla sola idea che Tuccia oltre ad essere ai domiciliari, possa anche uscire di casa, per mezza giornata. Interdette nel vedere “l’assoluto disprezzo per la vittima che, impegnata nella faticosa ricostruzione della sua vita, non vede la fine di questa triste storia. Cercheremo di farcene una ragione ma non possiamo fingere di non aver notato come l’esercito italiano non abbia speso neanche una parola per questa giovane donna e che Tuccia  è fuori dall’esercito, non a seguito di provvedimenti sanzionatori o sospensivi in ragione della nota vicenda, ma per mera scadenza del contratto”. Nelle favole i superiori dei cattivi poi prendono provvedimenti veri e seri. Non aspettano che il cattivo in questione diventi vecchio, o vada via per un motivo o per un altro. Ma qui più che di favola parliamo di incubo, e di un senso di ingiustizia che ha il sapore del sangue che ha sporcato il bianco, e che è un quadro che non ci piace e non ci potrà mai piacere. Un storia dal sapore nauseante e disgustoso che vede una ragazza che è stata trovata praticamente sbranata in mezzo alla neve ancora alla ricerca di una giustizia che fino ad oggi le è stata incredibilmente negata. E il bianco diventa nero. Quello che vedi intorno quando ti rendi conto che ti stanno togliendo la giovinezza e la purezza per una colpa che non hai e che non puoi avere. Il nero che vedi quando ripensi a come sei arrivato a quel punto, e a come prima la tua vita era piena di colori e oggi è a tinta unita. Ma non è bianca né rossa, né azzurra né gialla. E’ il nero di un carcere che si apre troppo presto, è il nero della serratura di un cancello che qualcuno spalanca. E’ il nero degli incubi che affollano i sogni di una ragazza troppo giovane per subire tutto questo. E’ il nero dei ricordi. Un colore che neanche la favole più meravigliose rischiano di sconfiggere.

“…Ha detto che questo mondo tanto orribile a lei sembrava solo addormentato. E che a risvegliarlo non sarebbe stata la logica dei sapienti, ma l’energia degli innamorati: gli unici ancora capaci di coniugare i verbi al futuro…”: l’unica cosa che sconfiggerà il nero dei sogni di “Rosa” è l’amore. Qualsiasi tipo di amore. E qualcuno o qualcosa che le insegni a dimenticare. In questo modo i draghi potranno essere sconfitti. Perché le favole, oltre ad essere meravigliose, non raccontano che i mostri esistono. Quello lo sappiamo, l’abbiamo sempre saputo. Raccontano che i mostri possono essere sconfitti. Qualsiasi essi siano. E noi siamo certi che Rosa, insieme a tutte le persone che sono e che saranno al suo fianco, ce la farà. E si riprenderà tutti i colori che le spettano.

http://www.romaest.org/news/02/2012/lo-stupro-d-una-ragazza-di-tivoli-in-abruzzo-un-esempio-disumano-di-bestialita/

http://www.romaest.org/news/02/2013/studentessa-di-tivoli-stuprata-allaquila-otto-anni-di-carcere-per-il-colpevole-riconosciute-le-attenuanti-generiche/

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