Studentessa di Tivoli stuprata all’Aquila: otto anni di carcere per il colpevole. Riconosciute le attenuanti generiche

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano da Yari Riccardi

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violenza-sessuale-314x239“…Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco. Il bianco infatti è un colore che non sopporto: non ha confini. Passare una notte in bianco, andare in bianco, alzare bandiera bianca, lasciare il foglio bianco, avere un capello bianco… Anzi, il bianco non è neanche un colore. Non è niente, come il silenzio. Un niente senza parole e senza musica. In silenzio: in bianco…”. C’era un sacco di bianco quella notte a Pizzoli, poco più di un anno fa. Inverno, gelo, neve. Bianco che resta in mente, quello freddo, quello che ti entra nelle ossa e non ti abbandona. Quello che non ti aspetti arrivi quando ti stai divertendo e non hai colpa se non quella di voler sorridere e stare bene. Da ragazzi si può ancora, è concesso e legittimo farlo. Il freddo. L’avrà sentito di nuovo ieri la ragazza – 21enne all’epoca dei fatti – di Tivoli quando il collegio giudicante del Tribunale dell’Aquila ha letto la sentenza per lo stupratore della giovane, Francesco Tuccia, 22enne di Avellino. Un freddo che hanno sentito tutti i presenti in sala. Perché sono troppi i dettagli agghiaccianti che sono emersi per non sentire il gelo prendere possesso di cuore, mente e stomaco. Otto anni la condanna: colpevole di stupro, non colpevole di tentato omicidio. Ricordiamo che la ragazza venne ritrovata svenuta, ferita e sanguinante davanti a una discoteca. Sono cadute le aggravanti e riconosciute le attenuanti generiche. Sarebbe interessante comprendere come possano essere riconosciute le attenuanti, quando una ragazza viene ritrovata come se fosse stata sbranata da un mostro. E come possano cadere le aggravanti davanti a tutto questo. “Consapevoli del fatto che nessuna condanna esemplare potesse restituire alla ragazza la sua vita, speravamo in un deterrente per chiunque ritenga  – questo raccontano le volontarie dell’associazione 8 Marzo 2012, di Tivoli, presenti all’Aquila per mostrare vicinanza alla ragazza e alla sua famiglia – di poter disporre a suo piacimento del corpo di un’altra persona. Pensavamo che, di fronte alla efferatezza di questa vicenda ci sarebbe stata più durezza e quello che ci ha indignato è stata l’ennesima conferma che il cammino verso la civiltà, nel nostro Paese, è ancora lungo e tortuoso”. La domanda che viene posta è una sola. Ha ancora senso affidarsi alla giustizia? “Noi ci avevamo creduto. Avevamo creduto che affidarsi alla giustizia potesse farci sentire, almeno sostenute e protette, tutelate. Invece, per l’ennesima volta, abbiamo dovuto toccare con il nostro dolore e la nostra rabbia che la cultura dominante, vestita di legislatura, impersonata da un uomo, ci ha scaraventate, di nuovo, in mezzo alla strada, senza alcuna tutela. Ci auguriamo solo che, a questa giovane donna così provata dalla vita, possa giungere e servire a qualcosa, la nostra presenza e la nostra vicinanza”. Il bianco. Il colore della purezza. E quello del freddo. “Il bianco è l’assenza della memoria, il colore del non ricordo”. L’assenza di memoria e il colore del non ricordo. Forse sarebbe la soluzione. Ma in questi casi è difficile, forse impossibile, dimenticare.

http://www.romaest.org/news/02/2012/lo-stupro-d-una-ragazza-di-tivoli-in-abruzzo-un-esempio-disumano-di-bestialita/

 

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