Guidonia. “Lezioni di sociologia metropolitana” scritte sulle pareti del Monumento ai Caduti in via Leonardo da Vinci

In Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Chiariamo: non siamo andati nei bagni delle stazioni e degli autogrill ad analizzare le scritte sui muri. Sarebbe stato, in quel caso, anche interessante: uno spaccato di sociologia metropolitana attraverso le parole che lasciamo sui muri della nostra vita. Parliamo sempre di scritte, ma non sui muri anonimi di costruzioni metropolitane, che per certi versi si prestano ad essere foglio per le parole di chi ha bisogno di comunicazione. Un conto il bagno della stazione di Guidonia, o dell’Autogrill sulla A24, luoghi dove peraltro i concetti possono essere anche più densi di significato e per questo più stimolanti da analizzare. Un conto è rendere immortali le proprie emozioni su un monumento. “Ti amo di bene” (una espressione che dovrebbe essere reato penale utilizzare). “Marijuana”.”Tvb”. Il sempre classico “W la ….” (con relativa scritta poco più in basso: mi piace – condividi). “Cuginetto mio”. “Dodici settembre duemilacinque”. “Ale” e “Vittoria”: forse due innamorati logorati dal fatto di non poter portare più lucchetti a Ponte Milvio. Un misto tra slogan di antica nascita e linguaggio moderno che appare spesso incomprensibile a chi tenta di resistere alla tentazione della sintesi a tutti i costi o dell’accorpamento di lettere e vocali, con buona pace della bellezza della lingua italiana. Tutto questo abbiamo letto, visto e fotografato sul Monumento ai Caduti in via Leonardo da Vinci, a Guidonia, preda di qualcuno che lo considera, evidentemente, né più né meno di una panchina per sedersi. E davanti alla prospettiva di un comodo giaciglio nulla frena i writers. Più di una volta infatti abbiamo visto la corona che spesso fa da ornamento al piazzale essere gettata da una parte o dall’altra a seconda della posizione del sole o delle necessità del momento. Tutto questo accade dopo le scritte in piazza Due Giugno – appena riconsegnata dopo lungo restauro:  http://www.romaest.org/news/07/2012/guidonia-a-lezione-di-educazione-civica-dagli-indiani-damerica/ – e non può non portare a una riflessione. Semplice semplice: ora più che mai chi deturpa/distrugge/rompe poi paga. E pulisce, naturalmente. E se per caso ha meno di 18 anni, pagano mamma e papà. Certo, bisogna coglierli sul fatto, o, ancora meglio, prevenire. Però così magari la prossima volta uno ci pensa su prima di giocare a fare Picasso sui monumenti, o a improvvisarsi Leopardi pennarello alla mano. Per queste cose ci sono i muri dei bagni delle stazioni, dello stadio, di casa propria se la mamma è d’accordo, o di qualsiasi spazio bianco a portata di mano. I monumenti lasciamoli intatti. Poverini, già non se la passano bene di loro.

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