Merce cancerogena, sequestro e sigilli a un magazzino di Tivoli Terme. Otto le persone indagate

In Cronaca & Attualità, In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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Merce bloccata appena in tempo dalle forze dell’ordine. Prodotti made in China ancora sul banco degli imputati. Di nuovo un caso di materiale tossico – cancerogeno – fabbricato da industriali orientali, e pronto per essere messo in commercio. Questa la motivazione per la quale il gip del tribunale di Tivoli Pier Luigi Balestrieri ha disposto il sequestro preventivo della merce in questione per evitare che venga commercializzata: “capi d'abbigliamento prodotti mediante l'impiego di sostanze tossiche per la salute umana, nonché cancerogene (cromo esavalente) in concentrazione notevolmente superiori ai limiti consentiti dalla normativa vigente e per cui inoltre si è omesso di segnalarne la presenza e l'esatto quantitativo utilizzato nella produzione''. Nove i cittadini cinesi, 6 uomini e 3 donne, indagati nell'ambito dell'inchiesta  ''Master China'' della Procura di Tivoli: persone provenienti dalla provincia di Zhejang. Ad eseguire il sequestro del grande quantitativo di merce, tra cui abbigliamento da uomo, donna, bambino, scarpe non idonee alla vendita, stoccata in un edificio di oltre 6mila mq in via Consolini a Tivoli Terme sono stati gli agenti della polizia municipale dell'VIII Gruppo di Roma diretti dal comandante Antonio Di Maggio. Durante le operazioni – alla presenza del  delegato del Sindaco di Roma alla Sicurezza Giorgio Ciardi – è stato anche sequestrato un Tir che trasportava scarpe contraffatte proveniente dalla Spagna. Una indagine partita dal quartiere cinese per eccellenza di Roma, quello dell’Esquilino: al grande magazzino al quale oggi vengono messi i sigilli, gli agenti della polizia municipale sono arrivati dopo aver scoperto, in alcuni negozi del quartiere, capi d'abbigliamento che sembravano essere già a vista non conformi  alle norme comunitarie, ''potenzialmente pericoloso per la salute'' e privo di etichette con l'indicazione delle materie prime usate per la produzione. Dopo quei primi sopralluoghi era scattato un primo sequestro probatorio disposto dal sostituto procuratore della Dda di Roma Carlo La Speranza. Così sono partite le indagini degli agenti diretti da Di Maggio con perquisizioni estese a tutto l'hinterland romano. Il magazzino a Tivoli Terme, suddiviso in 12 unità operative adibite a magazzini era utilizzato per lo stoccaggio della merce da diverse aziende – societa' Dream, societa' Citre srl, ditta Byk, societa' Chic srl e ditta Chen – che poi le commercializzavano nei diversi negozi della capitale. Una struttura dunque ben oliata, e funzionale. Le indagini proseguiranno per individuare altra merce pericolosa ed impedire che venga commercializzata sul mercato nazionale, visto il potenziale valore cancerogeno. Abbiamo l’impressione che a questo sequestro faranno seguito molte altre operazioni. E meno male. Ma quanto è sicura la merce che si trova tutti i giorni in tutti gli scaffali?

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