“Montino faccia i nomi di quelli che non lavorano a norma”: le società private che svolgono servizio 118 nel Lazio rispondono al consigliere regionale del PD

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Sta diventando un brutto vizio. Parlare e non conoscere a pieno quello di cui si parla. Parlare offendendo il lavoro quotidiano delle persone. Parliamo della convenzione che l’Ares ha stipulato con la Croce Rossa Italiana per il servizio 118 nella regione Lazio. Non vogliamo riferirci al fatto che,  in tempi di “spending review”, il nuovo accordo è decisamente più dispendioso per le casse della Regione rispetto alla convenzione con le società private. Non ci riferiamo nemmeno alla concreta eventualità che i 91 lavoratori ex Croce Rossa probabilmente non rientreranno alla “casa madre”, che sembra non avere nessuna intenzione di riaccoglierli. Ci riferiamo soprattutto a quanto ha affermato il consigliere regionale Esterino Montino nelle sue ultime dichiarazioni sui ritardi della convenzione tra Ares 118 e Croce Rossa. “La maggior parte degli operatori privati, con pur lodevoli ma sparute eccezioni, in questo anno non hanno messo in campo strutture adeguate sia dal punto di vista dei mezzi che della dotazione di personale, oltre ad aver adottato una disinvolta e spesso selvaggia gestione degli istituti contrattuali con tutti gli abusi che da questo derivano”. Questa è quello che pensa Montino, confermando la pessima abitudine di sparare nel mucchio sperando di beccare qualcuno. Sa qualcosa il consigliere degli investimenti di altissimo livello fatti dalle società di cui parla? Conosce i mezzi utilizzati? Quando parla di “disinvolta e spesso selvaggia” gestione dei contratti, perché non parla con le persone che hanno regolare contratto e lavorano con tali società? Comprendiamo che la politica si fa in questo modo, ma non accettiamo questo qualunquismo che mira a gettare ancora una volta fango sulle società private che hanno la sola colpa di aver risposto ad una chiamata dell’Ares. Questa campagna diffamatoria deve finire. Il consigliere Montino faccia i nomi di tali società che non lavorano a norma, dica da chi sono gestite e dove e come operano. Sempre se le conosce, evidentemente. Se si ritiene che le società private – che di fatto hanno salvato il 118 nel Lazio – siano la massima piaga di un sistema, quello dell’emergenza sanitaria, che ogni giorno subisce tagli e convive con l’emergenza delle strutture sanitarie, non ultima quella accaduta al Policlinico Umberto I, allora non si ha una visione imparziale e corretta di tutta questa storia. Montino crede che la strada dei privati non sia più percorribile. Diciamo che non è stata più resa percorribile dagli atteggiamenti di certa politica, che ha colpito e dichiarato senza conoscere nel dettaglio certe realtà. E diciamo anche che nessuno ha mai sottolineato che le società private mettono a disposizione dell’Ares, ogni giorno, 60 ambulanze a convenzione e 20 a spot. “Di fatto rappresentiamo il 35 % delle forze dell’azienda. Sarebbe auspicabile quindi che la Regione appronti un nuovo piano per l’emergenza sanitaria, che possa essere condiviso con l’Ares 118, con la Croce Rossa, con le società private e con le associazione di volontariato. Nelle altre regioni d’Italia, come Toscana e Emilia Romagna, funziona così. Perché nel Lazio non è possibile?”. L’assessorato alla Sanità della Regione Lazio racconta di una convenzione che entrerà a pieno regime con gradualità. Quindi il 1 agosto ritornerà la Croce Rossa a gestire il 118 nella Regione Lazio. Speriamo che bastino i tanti soldi previsti dalla nuova convenzione, visto che se ne sentono ogni giorno di nuove sui dettagli di questo accordo. Del resto, per porsi delle domande un senatore prestigioso e attento alle vicende della società civile come Elio Lannutti, qualche problema in questa storia sembra davvero esserci. E, guarda un po’, la colpa non è delle società private.

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