Tivoli / Caso Foibe: “La memoria nella parzialità non ci appartiene”, la replica di Leonardi e Marinucci

In Politica, Roma Est da Yari Riccardi Commenti

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“Fare memoria nella parzialità e nella mancanza di contestualizzazione storica, non è qualcosa che ci appartiene”. Inizia così la risposta di Damiano Leonardi e Irene Marinucci, consiglieri comunali di Tivoli della lista Una Nuova Storia, in maggioranza nell’assemblea cittadina. Risposta che arriva dopo le polemiche sulla ormai famosa mozione per l’intitolazione di una piazza o una via ai Martiri delle Foibe, approvata a larga maggioranza nell’ultimo consiglio comunale tiburtino con i voti contrari dei due, e dopo l’attacco arrivato dai portavoce locali di FDI-AN.

“Come si possa chiedere memoria e ricordo da un lato e  rifiutarsi di abbracciare la complessità delle vicende dall’altro, è un approccio culturale e interpretativo, che non abbiamo ritenuto e non riterremo mai giusto accettare per nessuna vicenda. Nonostante poi dobbiamo ritrovarci a leggere  – così Marinucci e Leonardi – anche assurde e pretestuose affermazioni, dettate da basse necessità propagandistiche, che offendono noi e tutti coloro che non si sono permessi mai di negare la barbarie e la crudeltà perpetrate e che anzi sempre le hanno condannate e le condanneranno, tanto nella singolarità quanto nella complessità e totalità degli accadimenti”.

Si entra poi nel merito degli emendamenti presentati dai due consiglieri. “Le nostre proposte miravano a inserire all’interno della mozione la presenza e la diffusione dell’unico documento riconosciuto congiuntamente da Italia e Slovenia  elaborato da diversi storici a seguito di una ricerca decennale, una contestualizzazione storica dalla quale emergeva la condanna a tutti e tre i regimi coinvolti in questa vicenda (fascismo, nazismo e comunismo) e a ricordare le vittime di tutte le vicende del confine orientale”. L’intento era quello di ampliare la visione della vicenda con l’inserimento del “confine orientale”.

“Evidenziare le foibe come luogo di dolore e massacri significa prendere soltanto una piccola parte di tutti i morti. E usare il termine martiri e non vittime significa prendere un’ulteriore piccola parte della già piccola parte dei morti considerati. Noi avremmo voluto ricordare tutte le vittime di quelle buie pagine di una storia di un confine plurilingue e multiculturale privo di quelle appartenenze nazionali certissime che sono figlie di una certa narrazione. Non è stato possibile e ne abbiamo preso atto, senza lanciarci in quelle che sarebbero state inutili e soprattutto poco rispettose polemiche in cui non abbiamo inteso e non intendiamo cadere”.

Il finale è tutto politico, per una vicenda che sta avendo un risalto oltre ogni logica previsione. “ Certo è che un minimo di chiarezza a seguito di quanto abbiamo letto era dovuta, anche se la speculazione politica di chi senza reale ascolto e confronto  si permette di usare termini forti, pesanti e lontani dalla realtà dei fatti e delle possibili valutazioni, parla già tanto da sé”.

 

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