L’abbraccio di Villanova a Monsignor Andrea Iannilli

In In Evidenza, Primo Piano da Yari Riccardi

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“…La gente, infatti, il popolo di Dio, ha un gran fiuto per riconoscere chi è vero pastore. Ebbene, Don Andrea, ovunque è stato e da chiunque ha incontrato, è stato riconosciuto fino alla fine come un Pastore sempre presente nella vita di coloro che il Signore gli aveva affidato o fatto anche solo semplicemente incontrare nei lunghi anni della sua vita…”. Basterebbero queste parole pronunciate dal Vescovo di Tivoli Mauro Parmeggiani per raccontare la vocazione e il ruolo che Monsignor Andrea Iannilli ha ricoperto per Villanova e per tutte le persone incontrate durante il suo percorso, tragicamente terminato il 1 giugno. L’intera comunità parrocchiale è accorsa in Piazza San Giuseppe Artigiano, sotto la stele fortemente voluta nel 2000 dal sacerdote: un abbraccio più caldo del sole che batteva forte sull’asfalto, un sole che non ha scalfito l’amore e la voglia di tante persone di salutare Don Andrea, parroco a Villanova dal 1953 al 2002, punto di riferimento per molti. “Questo quartiere – ci viene raccontato – è la testimonianza del suo operato. La chiesa e tutti i locali che ci sono, l’aver mantenuto il campo dove tutti noi siamo cresciuti lontano dalle strade, la statua della Madonna in piazza e il nome che è stato dato grazie alla sua tenacia: Don Andrea è il parroco che conosceva il nome di ogni parrocchiano, che sapeva dove abitava ognuno di noi. Bastava solo la voce, e lui già ti riconosceva al telefono”. Un dolce ricordo è stato dipinto da un commosso Mauro Parmeggiani durante l’omelia. Un ricordo al quale molti parrocchiani hanno aggiunto altri particolari. “Uno sguardo penetrante e dolce, un conforto nei momenti di dolore e dispiacere, insegnava ad amare Cristo e a tenere viva la messa e la vita parrocchiale grazie alla sua voce e alle omelie sempre profonde e mai scontate”. Un dono per l’intera comunità, “veramente un regalo per le nostre vite. Sono i suoi insegnamenti – racconta un ragazzo – che ci hanno reso sereni anche in questi giorni di forte dolore”. Più di 1000 persone hanno assistito ai funerali di Monsignor Iannilli: numerosi sacerdoti amici, rappresentanti di altri comuni e di associazioni, il vicesindaco Andrea Di Palma, il presidente del consiglio comunale Aldo Cerroni, i consiglieri Augusto Cacciamani, Alberto Morelli, Antonio Tortora, Paolo Giammaria, rappresentanti del Corpo dei Vigili Urbani e delle Forze Armate. A celebrare il Vescovo della Diocesi di Tivoli, profondamente emozionato anche lui: Parmeggiani, alla fine della sua Omelia, si è rivolto a Don Andrea, chiedendo – facendo riferimento all’ultima visita di Iannilli, durante la Messa del 1 Maggio – “di ricordare questa sua parrocchia e la nostra Diocesi di Tivoli e dal Cielo stia ancora con noi! Anche io, caro Don Andrea, ti chiedo di ricordarmi presso il Signore e ti domando di implorare da Lui, per la nostra Chiesa, soprattutto il dono di numerose e sante vocazioni al sacerdozio, la santificazione del nostro clero, delle famiglie, e dei fedeli – consacrati o laici che siano – affinché sappiano lavorare nel mondo, in particolare in quello dei giovani e della scuola, con la stessa passione che ci hai insegnato tu, che non ti sei risparmiato nell’annunciare il Vangelo in ogni occasione fino al giorno in cui, improvvisamente, il Signore, sulla strada – immagine del nostro pellegrinaggio terreno verso il Cielo – ti ha chiamato a sé per l’ultima volta”. Ha chiuso Don Andrea  Massalongo, parroco di Villanova. “Siamo grati a Dio che ci ha regalato Don Andrea, che ora siede accanto a lui. Il segno che esprime il senso della vita di Monsignor Iannilli è quello di rendere la parrocchia viva, frequentata e partecipata. Ora sta a noi raccogliere la testimonianza che ci ha lasciato”. La salma è andata via, tra due ali di folla ad applaudire, verso San Gregorio da Sassola. A guardare tutto dall’alto, poggiata sulla statua di Maria, una colomba bianca. “Segno della Comunione tra la Chiesa della Terra e quella del Cielo”, l’ha definita con un sorriso il vescovo. Simbolo dolce, aggiungiamo noi, di un legame che non si perderà. “Esistiamo fintanto che siamo ricordati”: c’erano più di 1000 cuori a battere per Monsignor Iannilli. Tra lacrime e sole, quella colomba che guardava verso il basso continua a raccontare una storia che una fine non la conoscerà mai.

 

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