Sant’Angelo Romano / “Il ballo del mattone”, la denuncia delle associazioni

In Roma Est da Yari Riccardi Commenti

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Tutto è nato dal voto unanime arrivato dal consiglio comunale di Sant’Angelo Romano, che ha adottato così una delibera che intende rilanciare sul territorio l’attività edilizia, “vero ed unico motore di sviluppo” del piccolo centro a nord-est di Roma, “seconda parte” dell’approvazione nel luglio del 2017 di una legge regionale, la numero 7, con la quale vengono adottate le disposizioni “per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio”.

Un provvedimento che ad alcune associazioni del territorio non è piaciuto. “Il recente tentativo di dare tardiva applicazione su ampie fette di territorio comunale alla vecchia legge regionale n.28/80, pare non aver dato frutti ed allora, con una nuova virata dei fautori dello sviluppo a senso unico, l’edilizia, si coglie al balzo l’occasione data dalla nuova legge regionale del 2017, che, sotto le contraddittorie direttive neoecologiste (“limitare il consumo di suolo”, “rispettare standard di sostenibilità ambientale”, premialità e compensazioni in caso di utilizzo di energie rinnovabili e di mantenimento di permeabilità dei suoli ecc.), di fatto permette un nuovo rilancio dell’edilizia stessa, ben oltre il già nefasto Piano casa”, così recita la nota delle associazioni.

L’attacco è tutto basato sulla “monocultura del mattone”, secondo le organizzazioni ben radicata nel consiglio comunale e cavalcata “da un’Amministrazione municipale che, al contrario, si disinteressa di tutto ciò che dal punto di vista storico, ambientale, culturale in senso lato possa dare al territorio qualità dell’offerta turisticoricettiva, lavoro stabile, non solo legato all’edificazione di qualche casetta a schiera o di servizi da città a chi sceglie di vivere in campagna, rispetto delle peculiarità dell’area, riconosciuta come centrale dalla Rete ecologica provinciale e dal PTPR”.

Le associazioni fanno riferimento a numerose problematiche del territorio, tuttora irrisolte. “LA gestione del castello Orsini-Cesi e del suo Museo preistorico chiusi al pubblico da un anno, la carenza di servizi di adduzione fognaria per aree urbanizzate importanti (Ponte delle Tavole ecc.), una risibile raccolta differenziata dei rifiuti urbani, l’abbandono al degrado di un’area di pregio come quella del Pozzo del Merro, la mancanza di un piano di gestione per l’arredo urbano del Centro storico, l’assenza di una biblioteca comunale e via dicendo”.

L’attacco è diretto. “Invece di aprire un confronto con la cittadinanza su queste attività di riqualificazione culturale ed ambientale, il Consiglio comunale e la presente Amministrazione preferiscono sposare l’opzione del mattone, un affare per pochi, un nuovo insulto alla sensibilità di molti”.

La nota è firmata da:

Associazione “Sant’Angelo Romano – Economia e Territorio”

Comitato per il Risanamento Ambientale

Italia Nostra – Sezione Aniene e Monti Lucretili

Vittorio Emiliani – Comitato per la Bellezza

Vezio De Lucia – Associazione Bianchi Bandinelli

Italia Nostra – Lazio

CieloBuio – Coordinamento per la protezione del cielo notturno

Cristiana Mancinelli Scotti – Salviamo il Paesaggio – Roma e Lazio

Paolo Berdini

Valeria Grilli – presidente regionale FAI Lazio

Fulco Pratesi – presidente onorario WWF Italia

Associazione culturale “Comitato promotore del Parco archeologico-ambientale

dell’antica cava del Barco, dell’area dei travertini e delle Acque Albule”

 

 

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