Al Giardino di Sant’Alessio la Public Art “Ginnastica dei ciechi – La corsa al cerchio”

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A Roma, presso il Giardino di Sant’Alessio, in via di di Santa Sabina 22 (Colle Aventino) sino al 30 maggio è di scena la Public Art con l’Installazione site-specific di Marzia Migliora. L’iniziativa è a cura di Chiara de’ Rossi, Marina Cimato, Anna Butticci.
L’installazione site-specific Ginnastica dei ciechi – La corsa al cerchio di Marzia Migliora –  interamente realizzata con il contributo della Fondazione Roma-Arte-Musei –  ha dato il via (con l’inaugurazione avvenuta il 30 marzo 2012, alle ore 18.30) a “TOCCARE L’ARTE”: una serie interventi di Public Art a cura di Chiara de’ Rossi, Marina Cimato, Anna Butticci, proprio all’interno del Giardino di Sant’Alessio.
Il Giardino di Sant’Alessio è un luogo di alto valore storico-paesaggistico. L’idea degli architetti Chiara de’ Rossi e Marina Cimato, impegnate con Roma Capitale a restituire decoro al Giardino attraverso operazioni di restauro del verde, delle fontane e statue in esso contenute, è stata quella di chiamare gli artisti a confrontarsi con i valori originati dal rapporto, sempre complesso – e qui, straordinariamente esemplare – tra natura, storia, architettura e paesaggio attraverso “inedite” invasioni del territorio.
Il progetto ha ricevuto il patrocinio della Provincia di Roma, oltre ai patrocini di numerose altri Enti ed Istituzioni. 
Con l’iniziativa “TOCCARE L’ARTE” la Probono Onlus, che ha adottato il Giardino di Sant’Alessio, si propone di incoraggiare la riflessione nei confronti della cultura dell’accessibilità sulla base della quale è d’obbligo occuparsi delle esigenze di tutti, abili e diversamente abili.
La ricerca di Marzia Migliora prende avvio dagli accadimenti storici e politici che hanno interessato il giardino di Sant’Alessio ed il Colle dell’Aventino.
Alla fine del 1800 il giardino costituiva lo spazio destinato al gioco, alla ricreazione dei ragazzi ospiti dell’Istituto per Ciechi di Sant’Alessio. 
Il Colle Aventino, dove il giardino di S. Alessio si colloca, fu teatro della Secessio Plebis, celebre scontro tra patrizi e plebei nella Roma repubblicana, al quale si richiamò -a distanza di secoli- la “Secessione dell’Aventino”.
A partire da questi riferimenti storici e culturali e dal carattere attuale del luogo, oggi frequentato anche da persone senza fissa dimora che vi trovano temporaneo riparo, l’artista ha declinato il suo progetto Ginnastica dei ciechi – La corsa al cerchioattraverso tre elementi installativi che rimandano tutti a un’idea di mancanza, intesa secondo diverse accezioni. 
Il primo, dal titolo Libero come un uomo, è costituito da una rete elettrosaldata, all’interno della quale è stata ritagliata una citazione da una lettera di Samuel Beckett: “Posso solo evadere con le palpebre serrate”. Una frase che rimanda all’atto del vedere e ai suoi limiti, dove le palpebre serrate evocano la dimensione del sogno, dell’immaginazione, della cecità. 
L’installazione, lunga 30 metri, ostacola la vista su Roma, fruibile solo attraverso le lettere -intagliate nella rete- che compongono la citazione.
Undici cerchi in alluminio illuminati a led del diametro di un metro, compongono Rolling Hoops.
L’installazione nasce dal ritrovamento di una fotografia d’epoca che ritrae i ragazzi ciechi dell’Istituto mentre giocano con i cerchi facendoli ruotare nello spazio del giardino. 
Sul fronte dell’immagine compare l’iscrizione “Ginnastica dei Ciechi – La Corsa al Cerchio”, che da il titolo alla mostra.
Lo spettatore è chiamato a ricostruire la scena, accessibile soltanto attraverso un atto immaginativo e di fantasia, immaginando ciò che non vede, ciò che non c’è, recuperando quella significazione ludica originaria, quale naturale forma d’evasione.
Il terzo è un intervento sonoro tra le 15 e le 17,10, il quale consiste nel suono di una campanella, della ricreazione, è il segnale che dà inizio ad un momento di gioco, di libertà, di evasione.
Porte integrante del progetto è la pubblicazione Ginnastica dei Ciechi – La Corsa al Cerchio, costituita da disegni inediti di Marzia Migliora e fotografie di Camilla Borghese, con testo di Elena Magini in italiano, inglese e scrittura braille. 
La pubblicazione verrà distribuita gratuitamente. Con una libera donazione si potrà contribuire a sostenere la ricerca e la cura del retinoblastoma, uno dei tumori della retina che colpisce i bambini in età pediatrica. 
I contributi verranno devoluti al Dipartimento di Scienze Biomediche, Università di Siena, Dott. Domenico Mastrangelo e al reparto di Oculistica dell'Ospedale Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena – Prof. Aldo Caporossi – Dott.ssa Doris Hadjistilianou.
Sul sito www.giardinosantalessio.org in homepage il file mp3 di ausilio per non vedenti e la possibilità di conoscere ulteriori informazioni sul progetto.

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