Guidonia / TMB, il CRA contro i provvedimenti del CdM e della Regione: presentato il ricorso al TAR

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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E’ stato depositato lo scorso fine settimana il ricorso al TAR contro il TMB delle associazioni locali, provvedimento che in ordine di tempo va a seguire quello già prodotto dal Comune di Guidonia. Noti gli obiettivi del documento. “Intendiamo rigettare – spiega il CRA – i provvedimenti redatti dal Consiglio dei Ministri, con la deliberazione del 22 dicembre 2017, e dalla Regione Lazio con la determina del 15 gennaio 2018, con i quali si è cercato, di nuovo, di riabilitare, sanare e rinnovare l’autorizzazione regionale all’impianto TMB all’Inviolata di Guidonia”.

Continua dunque la guerra all’impianto di Cerroni, un grande fabbricato sorto nel 2014 e tuttora sotto sequestro giudiziario, nato con “il compito” di trattare i rifiuti indifferenziati e praticamente in mezzo al Parco naturale archeologico dell’Inviolata di Guidonia – LR 22/96 – ed in mezzo ad un’area particolarmente preziosa dal punto di vista paesaggistico: due anni fa l’apposizione del vincolo del MIBACT con il decreto numero 73.

L’obiettivo principe del ricorso è naturalmente l’annullamento dei provvedimenti impugnati. “Eccepiamo in primo luogo le fondamenta stesse del procedimento amministrativo incardinato dall’Area rifiuti regionale, la quale, dopo aver consentito una variante non sostanziale nel luglio 2015 all’impianto TMB, non facendo riferimento alcuno alla normativa di riferimento, e nonostante un’Ordinanza del giudice penale alla Suprema Corte di Cassazione, precedente di ben quattro mesi la variante di cui trattasi, ha prodotto un altro procedimento amministrativo che non esiste, il cosiddetto rinnovo”.

Un iter ambientale che inevitabilmente si intreccia con quello burocratico. “La Regione, come sappiamo, ha infatti incardinato una Conferenza dei servizi volta al rinnovo dell’AIA del 2010 al fine di “sanare” l’illegittimità originaria e, anzi, a “rinnovarla” fino al 2024. Peccato però che nell’attuale formulazione dell’art. 29 octies del Dlgs 152/2006, si hanno solo ipotesi di riesame dell’autorizzazione: il rinnovo, nel caso di specie, non è più contemplato dalla legge, a seguito dell’allora novello Dlgs 46/2014 che abrogava, appunto, il rinnovo (ex art. 29 c.1 del Dlgs 152/2006), che tra l’altro poteva essere attivato solo ed esclusivamente su istanza del gestore e non dell’autorità procedente (Regione) come invece è stato fatto”.

Il Consiglio dei Ministri è stato poi chiamato ad esprimersi all’interno del dissenso tra Regione e Mibact, attraverso però un procedimento che “non è contemplato dalla legge”, prosegue il CRA.

Un ricorso particolarmente e inevitabilmente oneroso sul piano finanziario quello inviato dalle associazioni, il secondo in ordine di tempo dopo quello già presentato, nel dicembre scorso, presso il Consiglio di Stato contro la Deliberazione regionale in variante non sostanziale emessa nel luglio 2015 sempre a vantaggio dell’impianto TMB.

Necessaria dunque una pubblica sottoscrizione, lanciata dal CRA con “Cambiamo Aria”, una serie di eventi che vedrà il prossimo appuntamento al Teatro Imperiale nella giornata del 25 Aprile.

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