Piano di riordino degli ospedali del Lazio. L’idea arriva da Curci: “Uniamo le azioni dei comitati per ottenere risultati concreti”. Una nuova via per Monterotondo, Palombara e Subiaco?

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Salute & Dintorni da Yari Riccardi Commenti

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Una matassa di fili sempre più intricati. E da mesi. Non sembra sbrogliarsi il gomitolo di fili relativo al decreto 80 della Regione Lazio, quello, per intenderci, della riorganizzazione degli ospedali della Regione Lazio. Quello che tra Monterotondo, Subiaco e Palombara è riuscito nella complicata impresa di scontentare tutti, cittadini in primis. L’ultimo fatto in ordine di tempo è lo scontro sui rimborsi relativi ai 156 posti letto cancellati tra Monterotondo, Subiaco e Colleferro in pochi mesi di “attività” del decreto 80. L’Asp – Agenzia di Sanità Pubblica – la scorsa settimana, ha comunicato che “sono state disattivate le credenziali di accesso al sistema di invio dei dati 2012 per i presidi per i quali la Regione ha previsto la disattivazione dell’attività per acuti, come comunicato ai Ministeri dell’Economia e della Salute con nota del 5 luglio 2011 in attuazione dei decreti 80 e 133 del 2010, compresi  i presidi di Monterotondo e Subiaco”. Quindi nessun atto di rinnovamento – si legga riconversione – dell’offerta sanitaria della zona. Scarso impegno della Asl RMG? A sentire il direttore generale Brizioli, assolutamente no. “Abbiamo già provveduto – spiega – a presentare in Regione, nei tempi dovuti, sia l’Atto Aziendale che il proprio Piano Operativo di attuazione del DCA 80/2010 e del DCA 113/2010. In virtù di questi atti, i P.O. di Monterotondo e Subiaco ed altri reparti di altri P.O., la cui chiusura era prevista dalla normativa regionale nell’anno 2011, hanno continuato ad effettuare ricoveri per l’intero anno 2011 e tutta l’attività è stata certificata attraverso i flussi informativi ufficiali della Regione Lazio”. E per il 2012? La Asl – di concerto con la Regione – “ha adottato ulteriori atti deliberativi che prevedono il mantenimento dell’attività di ricovero ordinaria e day hospital presso i P.O. di Monterotondo e Subiaco. Ed infatti i due P.O. continuano ad effettuare ricoveri. E’ accaduto che l’Agenzia di Sanità Pubblica nel mese di gennaio u.s. ha  rifiutato i ricoveri di pediatria del P.O. di Colleferro e non ha consentito la trasmissione dei ricoveri dei P.O. di Monterotondo e Subiaco.La Direzione Generale, con nota ufficiale, ha già da tempo chiesto alla Regione Lazio di intervenire sull’ASP perché non rifiuti nessuno dei ricoveri effettuati nella Asl Roma G. Nell’ultima trasmissione dei dati, l’ASP ha accettato tutti i ricoveri di pediatria del P.O. di Colleferro, compresi quelli in precedenza scartati. Per quanto riguarda i P.O. di Monterotondo e Subiaco, l’Azienda è in attesa di un intervento della Regione perché l’ASP accetti nei flussi informativi ufficiali sia i ricoveri già effettuati sia quelli che verranno eseguiti presso i P.O. di Monterotondo e Subiaco”. Giova ricordare che l’atto aziendale proposto dalla ASL – 82 posti letto a Monterotondo e 52 (su 82) a Subiaco – deve ancora essere discusso dalla Regione.

Una storia in perenne confusione. Arriva quindi dai Comitati sorti per salvare gli ospedali una proposta che vale la pena almeno discutere. “Dobbiamo unirci – afferma Adriano Curci, presidente del Comitato per l’Ospedale di Palombara – e intraprendere un percorso comune che possa effettivamente portare a risultati concreti”. Palombara, Monterotondo Subiaco: insieme per rappresentare tutti quei cittadini che si sono visti togliere fondamentali servizi sanitari, in un territorio che già di suo non ne ha molti. Forse è l’ultimo passo utile per salvare una situazione ai limiti. Da troppo tempo i nodi impediscono che i vari fili possano tornare a scorrere insieme, come un sistema unico e equilibrato. Come dovrebbe essere il sistema sanitario nazionale.

 

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