#dallapartediSimona, ancora niente reintegro per la donna malata di cancro e licenziata. USB Lavoro: “Serve una legge per il lavoratori affetti da malattie gravi”

In Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi

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Nelle favole, quando uno si ammala gravemente, trova un mondo accogliente e generoso. Nei film dopo ogni malattia tutti guariscono e riprendono la loro vita di prima, esattamente come prima. Appunto, nelle favole e nei film. Qui, se di film possiamo parlare, è un film dell’orrore senza mostri, una favola nata male e scritta peggio.  Simona ancora non è stata reintegrata a lavorare nel megastore di elettronica di un centro commerciale della Periferia Est di Roma, nonostante il grande clamore mediatico che la vicenda sta assumendo giorno dopo giorno. Simona ha superato il periodo di comporto. Simona, malata oncologica, si sta curando, si è curata, probabilmente deve continuare a farlo. Torna a casa e trova la lettera di licenziamento. E, lo fa sapere il Sindacato USB Lavoro, per ora non ci sono novità. La multinazionale per la quale Simona lavora si è trincerata dietro “un tecnicismo, la consegna della certificazione che comprova una patologia grave e continuativa che comporti terapie salvavita periodicamente documentata da specialisti del Servizio Sanitario Nazionale, e lo fa mentre Simona è impegnata nelle cure riabilitative post operatorie”. A fare il punto della situazione è Francesco Iacovone, sindacalista USB immediatamente vicino alla donna e alla sua storia. “Appare strano che la multinazionale non abbia contezza dello stato di salute di Simona, e ci chiediamo se la stessa Simona abbia ricevuto, nel tempo, la corretta sorveglianza sanitaria a salvaguardia della sua salute, come riportato tra l’altro dal Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”. Il sindacato dunque non si ferma, anzi promete battaglia, in quello che si prospetta come uno scontro quasi ideologico tra i diritti dei lavoratori e la vita intesa nel senso più ampio del termine e la predominante logica del profitto. USB chiede il reintegro di Simona, “e si attiverà in tutte le sedi per verificare la corretta applicazione della Legge 81/08. Questa rigidità della multinazionale, sommata alle tante segnalazioni di altri casi analoghi in altrettante aziende, evidenzia, se ancora ce ne fosse bisogno, la necessità di una legge a tutela dei malati affetti da patologie gravi”. Una azione a tutela di Simona e di tutti quelli che hanno subito lo stesso trattamento che fa proprio l’appello del Forum Diritti/Lavoro, chiedendo alle forze politiche e all’opinione pubblica democratica di agire per giungere rapidamente a misure che fermino lo stillicidio di licenziamenti di lavoratrici e lavoratori malati gravi. “Vogliamo avviare – chiude Iacovone – una campagna di sensibilizzazione su questa gravissima violazione dei più elementari diritti del lavoro e della civiltà”.Diritti che fino a pochi giorni fa sembravano intatti, ultimi simboli di un qualcosa che non c’è più. I resti, se c’erano, sono crollati quando una donna torna a casa dopo due mesi di ospedale perchè malata di cancro e trova ad aspettarla una lettera in cui c’è scritto il suo licenziamento. #dallapartediSimona, perchè altre parti non possono esserci, non in questa storia.

 

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