Guidonia. La neve riporta la gente in strada. Stupore e sorrisi, disagi e macchine spaccate dai rami, ghiaccio e sale sull’asfalto: tutto in due giorni che pochi dimenticheranno

In Cronaca & Attualità, Primo Piano, Terza pagina da Yari Riccardi Commenti

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Bisogna essere sinceri. La neve è riuscita in un miracolo. Non è facile far sembrare Guidonia una città bella – almeno esteticamente – eppure quanto accaduto nella notte tra venerdì e sabato ha avuto questo merito: raramente, nel corso degli anni, abbiamo potuto ammirare una città così pulita, tranquilla, silenziosa, quasi festosa rivestita in un morbido manto bianco. Chiariamo subito: la neve è un problema. Lo è per i paesi che ci convivono ogni inverno, figuriamoci se non lo è per una zona dove gli ultimi fiocchi sono stati avvistati – con queste proporzioni – nel 1985. Un intervallo ragguardevole: viene da pensare che, dopo quasi 30 anni, tutto dovrebbe essere andato nel migliore dei modi. Diciamo che poteva andare peggio. E per Guidonia è già un trionfo. Ma ci sono altri risvolti. Che, per noi, vanno oltre i disagi, e oltre la mera politica o colore di una amministrazione. Perché guardano e parlano a ciascun abitante di questa città.

Il giorno. La neve – qualsiasi cosa possa dire Alemanno – era attesa, ed era difficile farsi trovare impreparati. Gli ovvi problemi alla viabilità, le macchine che slittavano, il ghiaccio sul manto stradale: fattori tipici di una emergenza poco frequente. Il comune ha risposto bene rispetto alla logistica: i mezzi spargisale e spazzaneve, in tutte le circoscrizioni ma non in tutte le strade, hanno liberato, nei limiti del possibile, tutte le principali arterie cittadine, via Roma in primis, le associazioni hanno dato fin da subito il loro contributo, assistendo le persone in difficoltà. Tutti hanno dato quello che potevano, consapevoli di essere in una situazione tanto anomala quanto difficile da gestire. Il coordinamento era nella caserma dei vigili urbani di via Roma. La giornata di sabato è stata segnata dalla caduta di numerosi rami dagli alberi, per la strada e, soprattutto, su macchine e tetti. Sono parecchie le segnalazioni di automobili sventrate da tronchi particolarmente pesanti. Rispetto a Guidonia centro, le nostre foto parlano da sole: la domanda che numerosi passanti si facevano era quella aspettata. “Sono collegati il taglio e la potatura degli alberi della pineta con il crollo post neve?”. Qualcuno, a questa domanda, risponderà. Quello che va segnalato è la tarda “recinzione” delle zone a rischio caduta rami: i vigili urbani intorno alle 11 e 30 di sabato hanno provveduto a chiudere la pineta con il nastro segnaletico, già dopo che alcuni rami erano finiti stremati sotto il peso di neve e ghiaccio. C’era anche il vicesindaco Cipriani a dare una mano. Recinzione, tuttavia, che non ha scoraggiato nessuno. Molte le persone che, incuranti del pericolo, hanno scavalcato il nastro e proseguito i loro giochi all’interno del parco.

La notte. Temperature sotto lo zero, neve fresca. Tanto affascinante di giorno, quanto pericoloso di notte. Il ghiaccio è nemico infido e letale, ed è stato proprio questo il problema di questo week end siberiano. La mancanza di sale e la poca presenza delle Provincia (e il nessun supporto fornito ai comuni) hanno portato l’amministrazione comunale a chiedere macchine e sale a Viterbo. Ovviamente non ne sono arrivati in quantità industriali, ma il minimo necessario. Infatti nella giornata di lunedì  – in verità già dalla notte di domenica – è scattata la “caccia al sale” che ha visto coinvolto Rubeis in prima persona. Gelo che ha portato alla chiusura fino a martedì compreso per tutte le scuole del territorio, e fino a domenica per parchi e cimitero. Per fortuna il ghiaccio non ha provocato danni irreparabili: qualche caduta più o meno grave, e pochi incidenti stradali.

La neve come simbolo. Lo scrivevamo sopra: nonostante i disagi – evidenti – la neve ha un suo valore. E noi l’abbiamo rintracciato nel termine di “Comunità”: era tantissimo tempo che non si vedeva così tanta gente per le strade, gente allegra e sorridente, che guardava la città con occhi differenti, quasi come non la riconoscesse. Era bella Guidonia sotto la neve, ma era ancora più bella piena di gente che si incontrava, rideva, guardava meravigliata il manto bianco che ricopriva il grigiore quotidiano. Si respirava un’aria buona sabato mattina, aria che è stata rovinata dalle polemiche politiche che puntualmente si sono alzate già dalla stessa mattina. Giusto criticare, e giusto sottolineare le cose che non sono andate. Ce ne sono state, naturalmente. Ma pensiamo un attimo a quello che vediamo tutti i giorni. E pensiamo a quando ricapiterà. Più o meno tra 20 anni. Un ragionevole margine di tempo per pensare a quanto sia stato bello vedere Guidonia tutta bianca. “Grazie per la neve che sta scendendo. Mi è sempre piaciuta, ma adesso mi sembra proprio puntuale. Tempestiva. Porta pulizia. Porta bianco. Costringe all'attenzione. Ai tempi lunghi. Lima rumori e colori. Lima le bave dei sensi. Ce n'è bisogno. Ancora per un po'”. Un libro che vale la pena leggere: “La neve se ne frega”, Luciano Ligabue. E una frase azzeccatissima per chiudere. Perché di pulizia, di bianco, di attenzione, a Guidonia ce ne è davvero bisogno. E se per far sì che le cose cambino, per sperare che le cose possano cambiare, occorre sopportare un paio di giorni di freddo, allora ben venga la neve. E’ stata puntuale. Forse ce n’era davvero bisogno.

 

 

 

    

    

    

    

    

 

 

 

 

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