Sanità. La Cisl fa il punto della situazione sui dipendenti del Gruppo Ini

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano, Salute & Dintorni da Yari Riccardi

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Un caso che sembra non finire mai. Dopo che i sindacati – Cgil, Cisl e Uil – erano riusciti a scongiurare licenziamenti negli scorsi anni, dicendo sì ad ammortizzatori sociali, cassa integrazione e solidarietà, torna di stretta attualità il caso del Gruppo Ini (presente a Tivoli con il Medicus e a Guidonia con Villa Dante) alle prese ormai da tempo con una grave crisi aziendale. «Stanno pagando i dipendenti – spiega Dimitri Cecchinelli, rappresentante territoriale della CISL FP Roma e Rieti – non per i tagli di posti letto ma per mancanze gestionali da parte dell’azienda». Attualmente i lavoratori sono tutti in solidarietà. «Dopo questo lungo periodo non ci aspettavamo licenziamenti. Pensavamo che gli ammortizzatori sociali sarebbero stati sufficienti. Ci siamo sbagliati». A fine novembre arriva l’addio per 25 dipendenti del gruppo che si occupa della manutenzione. «Abbiamo rigettato come sigle sindacali – prosegue il sindacalista – la mobilità per i 25 lavoratori. Mancato accordo: per questo si andrà in Regione per un secondo livello di trattativa: chiediamo che i dipendenti vengano assorbiti in altre mansioni». Intanto rischia di aprirsi un altro capitolo. «Alcune voci raccontano di una prossima cassa integrazione per i 200 dipendenti della cooperativa Assomed, che porta avanti alcuni servizi sanitari all’interno del gruppo. Parlo a nome dell’organizzazione sindacale che rappresento: nessun percorso di attivazione di ammortizzatori sociali – chiude Cecchinelli – può essere considerato giusto, socialmente parlando, se non accompagnato da un processo chiaro e definito di riassorbimento di questo personale entro il prossimo giugno, termine entro il quale tutte le strutture pubbliche devono avere personale strutturato per la parte assistenziale». Una vicenda dunque che ha ancora parecchie cose da raccontare.

 

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