Montecelio. Fervono i preparativi per l’arrivo della Triade al San Michele: la mostra parte i primi di febbraio

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

Condividi

La Triade arriverà, ma la presentazione della mostra che vedrà il prezioso reperto rinvenuto nel Parco dell’Inviolata è stata utile per far capire bene il futuro, a livello artistico e più in generale culturale, di Guidonia e del suo patrimonio archeologico. Sì, può sembrare strano, ma a Guidonia sono numerosi i reperti che vengono rinvenuti, e sono molti quelli che devono ancora essere individuati. Certamente il pensiero che molti di questi oggetti affogano nell’immondizia dell’Inviolata non è dei migliori. Ma perlomeno ora se ne parla. Andiamo nel merito. Venerdì 13 gennaio nei locali del San Michele a Montecelio veniva presentata la Mostra che avrà come pezzo pregiato la Triade Capitolina – in una nota acquisita al protocollo dell’Ente il 4 gennaio scorso, la Soprintendenza dà infatti una nuova disponibilità dell’importante gruppo marmoreo a partire solo da fine gennaio – e tutto quello che riguarda il futuro polo museale di Guidonia. Al tavolo della conferenza il sindaco Eligio Rubeis, il Soprintendente ai Beni Archeologici del Lazio Marina Sapelli Ragni, il funzionario responsabile degli scavi all’Inviolata Stefania Panella. A coordinare la conferenza l’assessore alla Cultura Andrea Di Palma. In platea il presidente della commissione Cultura, Michele Venturiello, oltre ai membri del Gruppo Archeologico di Montecelio e dell'associazione Amici dell'Inviolata, oltre agli altri intervenuti. “Le risorse archeologiche e culturali – così ha aperto la conferenza Andrea Di Palma – non corrispondono purtroppo a quelle che abbiamo a livello economico: per questo occorre ripensare la cultura anche a livello nazionale, e introdurla come modello economico, che produce ricchezza”. Rubeis si è invece soffermato sulla rivalutazione che l’amministrazione sta operando per le strutture storiche cittadine, “lun patrimonio ancora in parte da scoprire. La fortuna è aver fatto tantissimo, la sfortuna è avere pochi fondi”. Il sindaco ha poi confermato che una parte del  (futuro) Museo Civico – di fatto la Chiesa del San Michele – è stata data alla Soprintendenza, ribadendo quindi il futuro ruolo che ricoprirà il complesso monticellese, quello di un effettivo polo culturale, che sarà “anche polo di formazione, fornendo attività per i giovani e per la loro crescita”. La dottoressa Marina Sapelli Ragni ha definito auspicabile il futuro Museo, sottolineando la necessità di “raccontare in quelle teche l’impegno di Soprintendenza, cittadini e associazioni, con quella Triade che è e resta il simbolo dell’archeologia locale”. La Panella ha raccontato il lavoro sul campo, svolto in primis attraverso “attività di tutela che hanno portato a ricerche e scoperte sempre stimolanti. Soprattutto gli scavi all’Inviolata stanno dando grandi risultati: è in programma la disposizione di un Antiquarium proprio all’interno del Parco, per dare modo agli studiosi che visitano il sito di poter operare confronti”. Altri scavi sono in corso nella zona di Martellona, dove sono già state recuperate statue ora da restaurare, e nel complesso di Casal dei Pastini. Insomma, quelli di Guidonia “sono territori che hanno potenzialmente – ha proseguito la Panella – hanno poco da invidiare alla vicina Tivoli”. La mostra sarà pronta per i primi giorni di febbraio e sarà a Montecelio fino a settembre. L’altra notizia è la volontà da parte dell’amministrazione comunale di riscattare i terreni del Parco dell’Inviolata: soldi non ce ne sono, quindi verranno girati agli attuali proprietari alcuni terreni della zona industriale. Il tutto, ha assicurato il sindaco “con la piena disponibilità da parte della Regione Lazio”. Riprendere il parco per restituirlo ai cittadini. Resta da chiedersi in che condizioni, vista la zona non particolarmente salubre e visto che tra qualche tempo un impianto TMB andrà a coronare un quadro già malsano di suo. Certamente sentire almeno parlare di un futuro per il Parco dell’Inviolata è consolante: dall’altra parte ci chiediamo, una volta terminato l’iter di acquisizione per il tratto di parco, cosa potrà essersi salvato dell’unica area protetta  – sulla carta – di questa zona.

Condividi