Sant’Antioco, un ponte tra Montecelio e la Sardegna: oggi l’inaugurazione della mostra al San Michele

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano da Riccardo Sgroi

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E’ tutto pronto al museo civico Rodolfo Lanciani di Guidonia Montecelio dove, questo sabato 5 dicembre alle ore, 11.00 avrà luogo l’inaugurazione – a cui prenderanno parte tra le tante autorità il sindaco facente funzioni Andrea Di Palma e il Sindaco della città di Sant’Antioco Mario Corongiu – di un’interessante mostra su Sant’Antioco, patrono della regione Sardegna, che in qualche modo ha un forte legame con il nostro territorio per il suo persecutore, l’imperatone Adriano, e Santa Sinforosa anche lei martire sotto lo stesso imperatore. La mostra itinerante arriva nella splendida cornice dell’ex convento del San Michele, dopo aver preso forma proprio nella cittadina del Comune sardo di Sant’Antioco (CI), ma soprattutto dopo aver riscosso un grandissimo successo all’interno degli spazi del più blasonato Palazzo Valentini di Roma con circa 7000 visitatori. Il curatore è una nostra vecchia e stimata conoscenza: il sardo Roberto Lai, divenuto cittadino onorario di Guidonia Montecelio in seguito al ritrovamento della triade capitolina, trafugata nel 1992 e recuperata poco dopo, grazie ad un’operazione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico. All’epoca del ritrovamento Lai fu protagonista del recupero con il collega Filippo Tomassi ; oggi, dopo 35 anni di servizio non indossa più la divisa, ma non ha mai smesso di spendersi per la valorizzazione del territorio: sia quello d’adozione che quello di origine.

Il dottor Lai ci tiene a sottolineare quanto fosse importante per lui che la mostra itinerante facesse tappa proprio qui, nel nostro comune: “E’ una zona ricca di storia e di reperti archeologici che durante la mia carriera al Reparto Operativo Carabinieri TPC ho imparato a conoscere ed apprezzare: il territorio tiburtino e quello cornicolano hanno conservato frammenti di storia importantissimi per la ricerca archeologica; la triade è forse quella più conosciuta per via del suo controverso ritrovamento ma ho effettuato tantissimi altri recuperi, riportando alla luce gran parte dei reperti che ora sono esposti e custoditi in questo museo. Sono stato davvero contento quando ho saputo che il Museo Civico Rodolfo Lanciani avrebbe accolto e restituito alla comunità di Guidonia tutti quei reperti che fino a poco tempo fa venivano esposti fuori dal proprio contesto nel museo di Palestrina. Abbiamo un patrimonio culturale infinito, che tutto il mondo ci invidia e che merita davvero degli investimenti seri e programmati; per fortuna anche dalle ultime dichiarazioni del premier, che fanno un po’ da contraltare  ai precedenti ministri che non la reputavano una risorsa valida, sembra che il trend possa cambiare. Un particolare ringraziamento va all’Associazione Nomentana di Storia e Archeologia che soprattutto attraverso il suo Presidente, il Professore Alfonso Masini, si è dato molto da fare per rendere possibile questa esposizione sul territorio di Guidonia”.

Ma torniamo un po’ più sulla mostra: una ricca esposizione di opere contemporanee e diversi pannelli espositivi raccontano la storia e il mito del “Santo venuto dal mare” (così come recita il titolo della mostra) che si lega a questo territorio anche in virtù del fatto che il suo arrivo in Sardegna fu determinato proprio dall’imperatore Adriano. Si narra che l’imperatore dopo averlo voluto a colloquio per la sua crescente fama di curatore, ne fu indispettito per l’accesa passione cristiana in forte contrasto con l’adulazione che l’imperatore avrebbe voluto; così per punirlo in maniera esemplare lo costrinse all’esilio sulla sperduta isola in provincia di Carbonia Iglesias.

Da allora l’isola sarda è divenuta la casa del santo trasformandosi negli anni nella terra che avrebbe tramandato il nome e le gesta attraverso il folklore e la tradizione di un intero popolo a lui fortemente devoto.

Infine l’iconografia dipinge questa figura solitamente con la carnagione scura e la mostra potrebbe rivelarsi un’occasione, soprattutto in questi giorni, per costruire un altro ponte verso un mondo troppo spesso nascosto e reso inaccessibile dal muro della violenza: appuntamento sabato 5 dicembre alle 11:00 a Montecelio nel suggestivo ex convento San Michele.

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