E’ caos sul dimensionamento del Volta: il fronte del no e il fronte del sì sulla proposta di accorpamento con il Pisano e il Minniti

In In Evidenza, Primo Piano, Scuola & Università da Yari Riccardi

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Una storia intrecciata e confusa, come spesso accade quando si parla di dimensionamenti scolastici, che spesso provocano malcontento ancora prima di essere messi in atto. Terreno ricco di “se” e “ma”, quello scolastico, che coinvolge il corpo docenti, quelli dei genitori, le istituzioni, gli studenti. Sono tutte queste componenti le protagoniste dell’ormai famoso dimensionamento – o meglio, proposta di dimensionamento – che dal prossimo anno dovrebbe vedere il Volta – che spezzerebbe le catene dalla centrale di Tivoli (del resto la sede succursale di Guidonia ha 542  iscritti, e Tivoli 391) e prenderebbe una sua identità autonoma – insieme al Pisano e al Minniti, per dare vita a un Istituto di Istruzione Superiore. Un fatto che parte dei docenti, la preside Maria Cristina Berardini, parte degli studenti e dei genitori non accettano. La manifestazione del 3 dicembre ha espresso un no forte e deciso all’ipotesi del dimensionamento: manifestazione classica di studenti, 150 partecipanti circa, molti anche dalla sezione centrale del Volta di Tivoli, e che ha visto scene classiche di passione studentesca e, in altre occasioni, di tipica ingenuità adolescenziale. “Perché siete qui a protestare oggi?”, chiede un uomo a un ragazzo durante la manifestazione, nei pressi del comune. “Perché ce lo hanno chiesto la preside e il professore”, la candida risposta del ragazzo. Risposta chiaramente dettata dalla legittima confusione che in questi giorni ha travolto le vite di questi giovani studenti.

“Lavoriamo nell’interesse dei nostri giovani”. La manifestazione è terminata proprio al Palazzo Comunale di Guidonia, dove una delegazione di studenti, genitori e docenti, insieme alla Preside Maria Cristina Berardini, è stata ricevuta dal vicesindaco Andrea Di Palma, delegato alla Pubblica Istruzione, il quale, il giorno prima, aveva incontrato docenti e alunni della sede di Guidonia, che il dimensionamento lo vogliono e lo sostengono.
Un incontro acceso è stato quello dopo la manifestazione, dove l’assessore ha sì ascoltato le ragioni della protesta, ma ha anche cercato di far valere le motivazioni che hanno portato l’amministrazione comunale a spingere per questo dimensionamento. Gli argomenti messi sul tavolo riguardano principalmente la difesa del prestigio tecnico della struttura, ribadito da tutti i rappresentanti del Consiglio d’Istituto, che assicurerebbe prospettive lavorative privilegiate ai diplomati nella scuola. Ipotesi messa a rischio, a dire della Preside e dei rappresentanti di studenti e genitori, da una ipotesi di accorpamento per dimensionamento al vaglio della Provincia, che porterebbe alla unificazione in un’unica Direzione ma mantenendo istituti diversi, del distaccamento guidoniano dell’Istituto tecnico industriale Alessandro Volta, dell’Istituto tecnico commerciale Leonardo Pisano e dell’Istituto professionale ex Tito Minniti, con la nuova denominazione di Istituto d’istruzione superiore statale Alessandro Volta.
Una prospettiva contestata da Di Palma che ha spiegato come il ruolo dell’amministrazione guidoniana si sia sostanziato in primo luogo nel rappresentare in sede provinciale i problemi relativi agli istituti scolastici d’istruzione secondaria. Disagi sollevati dall’ente in realtà a più riprese nel corso degli ultimi tre anni e relativi a dimensionamenti che a più riprese hanno riguardato l’Itcg Leonardo Pisano (attualmente associato alla sede di Fonte Nuova) e lo stesso Minniti (ora parte integrante dell’Ipsia Olivieri di Tivoli). “Una situazione troppo frammentata – ha detto Di Palma – per assicurare un’offerta formativa adeguata a una città grande come Guidonia. Comprendo le preoccupazioni di tutti, è sempre difficile cambiare lo stato delle cose per paura di perdere ciò che si ha, ma è necessario che il Preside come il Consiglio d’Istituto, comprendano che compito delle amministrazioni è guardare oltre i particolarismi. L’Alessandro Volta è e resta un istituto all’avanguardia nell’insegnamento delle materie tecniche, realtà senza dubbio da preservare e che a nostro modo di vedere resterà tale anche nell’ipotesi in cui si configurasse un innesto di percorsi di insegnamento professionali e commerciali. Per noi quello che conta è che l’offerta ai ragazzi sia di serie A, non ci interessa fare distinguo tra istituti tecnici e professionali, tutti devono essere centri d’eccellenza e dare sbocchi professionali in campi diversi, ma tutti all’altezza. Diciamo no al modello in cui degli Istituti debbano essere relegati a contenitori vuoti in cui i giovani aspettano il termine dell’obbligo scolastico”. Di Palma ha inoltre voluto sottolineare che le ipotesi in campo di dimensionamento siano tutte al vaglio dell’organo competente, ossia della Provincia di Roma e “rispetto ad esse la Città di Guidonia Montecelio ha legittimamente esercitato il suo ruolo istituzionale, esprimendo una propria preferenza”. Sul punto è intervenuto anche il sindaco di Guidonia Eligio Rubeis, occasione per una panoramica più ampia sull’organizzazione scolastica della Guidonia che verrà: “Da più di qualche anno abbiamo l’esigenza di creare un complesso che raggruppi gli istituti d’istruzione superiore – commenta il sindaco Eligio Rubeis – che da programmazione è stata individuata nell’area del Bivio di Guidonia. Ormai come è giusto che sia, la città ha un Polo liceale con un’offerta formativa varia. Sugli istituti tecnici e professionali stiamo lavorando affinché tutti funzionino, resta infine ancora aperta la istituzione del liceo classico, una richiesta che abbiamo più volte avanzato alla Provincia di Roma fino alla proposta di arrivare a costruire a spese del comune la sede”. Interpellato da noi dopo l’incontro, Di Palma ha poi spiegato le motivazioni del sostegno alla nuova organizzazione degli istituti Volta, Pisano e Minniti. “Noi abbiamo un compito – chiude l’assessore – come classe politica: quello di lavorare affinché il territorio possa dare la migliore offerta formativa ai propri giovani. La scelta del nuovo dimensionamento nasce da un lavoro quotidiano, da una visione complessiva del territorio e delle realtà scolastiche, da un confronto quotidiano con tutti gli interlocutori interessati e la scelta da noi fatta è nell’unico interesse dei nostri giovani. Non ci interessa assolutamente difendere le posizioni di uno o dell’altro dirigente ma esclusivamente dare la migliore opportunità per i nostri figli. Lavoriamo solo nell’interesse dei nostri giovani”.

Il fronte del no: “Perché colpire una scuola che funziona?”. Nell’attesa dell’eventuale atto ufficiale che sancisca il dimensionamento, la Preside Maria Cristina Berardini e parte del corpo docenti del Volta hanno sottolineato, di nuovo, che necessità di tale provvedimento proprio non c’è. “C’è un documento del Consiglio d’Istituto – spiega la dirigente – che respinge il dimensionamento all’unanimità, ma, a parte questo, non riusciamo proprio a capire le motivazioni di questa proposta, che non accettiamo, anche perché, e lo dice la legge, il Volta, con 933 iscritti, non ha bisogno del dimensionamento. Ho anche fatto una controproposta: l’istituto Pisano, con un forte calo di iscritti, può essere inserito all’interno della nostra scuola, ma noi, comunque, non vogliano essere staccati da Tivoli”. Alla preside fanno eco gli insegnanti presenti al momento del nostro colloquio con la dirigente. ”Inaccettabile – spiegano – il desiderio di spezzare la Storia di un istituto prestigioso come il Volta, inaccettabile la sola ipotesi che la centrale di Tivoli perda il nome e diventi succursale dell’Olivieri: i problemi non possono risolversi dividendo una scuola che funziona”. La Berardini si è poi soffermata su quelli che potrebbero essere i cambiamenti dell’offerta formativa. “Gli studenti perderanno la vision didattica che portiamo avanti da 7 anni, attraverso un costante potenziamento dell’offerta, sia curriculare che extra curriculare: stiamo per consegnare tablet agli insegnanti per la migrazione dei dati, e eravamo a un passo dalla evoluzione in Istituto Tecnico Superiore, iter che ho dovuto bloccare proprio in previsione del dimensionamento. Ma soprattutto, si perderà la continuità didattica: a partire dal secondo anno dell’eventuale nuovo corso, le graduatorie del personale si rimescolano, e molti docenti potrebbero andare via. Proprio per questo già molti genitori hanno detto che i loro ragazzi cambieranno scuola: con il dimensionamento perderemo la nostra identità didattica e pedagogica”.
A sostegno della Preside Berardini anche i genitori rappresentanti d’istituto, che non usano giri di parole: “Se succede, noi portiamo via i ragazzi dalla scuola, perché se abbiamo scelto il Volta un motivo c’è. Il dimensionamento ci porterebbe via gli attuali professori, per far arrivare magari personale diverso: c’è una oggettiva differenza di approccio tra un istituto tecnico come il nostro e il professionale o il commerciale”. Preoccupazione anche per il probabile cambio, in caso di dimensionamento, della dirigente scolastica, e per “quei 120 alunni del Minniti, che prima o poi cambieranno scuola, visto che i locali dove sono ora sono di proprietà del Comune. Dove andranno? Nei laboratori del Volta? Non ci fermeremo: andremo anche in Regione, se necessario, per far valere i diritti dei nostri ragazzi”.

Il fronte del sì: “Per la didattica non cambia nulla: e il nostro diploma avrà lo stesso valore di oggi”. C’è chi è a favore di questo provvedimento: un Volta che operi per intero su Guidonia e per Guidonia non è visto in maniera drastica da alcuni professori dell’Istituto. Che vogliono fare chiarezza, attraverso le parole di Antonio De Leo, uno dei professori del “fronte del sì”, da subito favorevole all’idea del dimensionamento, visto come occasione di crescita da non perdere assolutamente. “Voglio guardare solamente ai ragazzi, ed è doveroso dire che per la didattica, e per l’offerta formativa, non ci sarà nessun tipo di cambiamento, anzi: basti pensare a una presidenza molto più vicina di ora, per esempio, per far capire che questa proposta di dimensionamento è solo un fatto puramente amministrativa, che non coinvolge gli studenti. I cambiamenti di professori, di presidi, hanno e faranno sempre parte della carriera di un insegnante, e non è un dimensionamento che cambia questo: quello che conta è che per la didattica non cambierà nulla, che il Volta manterrà intatte le sue peculiarità, così come le altre scuole, anzi, ci auguriamo di ampliare in futuro l’intera offerta formativa. E’ proprio per la storia del Volta che una opportunità di crescita di questo genere non va persa. E voglio rassicurare i genitori: non cadete nella trappola dei facili catastrofismi: il diploma che prenderanno i vostri figli vale e varrà sempre come quello di oggi. Un diploma di un Istituto Tecnico da sempre all’avanguardia”.

Chiarezza, senza particolarismi. Non c’è molto altro da raccontare, almeno per il momento, di una storia confusa e complessa, dalla quale, ci auguriamo, l’intero mondo della scuola potrà trovare spunti di riflessione e di crescita. Il tutto senza perdere di vista i ragazzi, che restano gli unici punti di riferimento di qualsiasi iniziativa che riguardi la scuola. Siamo certi che una maggior chiarezza, e non particolarismi legati a schemi precostituiti, possa essere la miglior soluzione per vedere la parola fine su questa vicenda, in un modo o nell’altro. I ragazzi si evolvono in fretta, e la scuola, che è la loro, altrettanto. Dovrebbero imparare a farlo anche i grandi.

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