Guidonia / Processo al TMB, il CRA: “Dai giudici la volontà di affrettare i tempi: sentenza entro la fine dell’anno”

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Arriva alla terza udienza il processo penale in corso a Tivoli contro il proprietario, il gestore, il costruttore ed il direttore dei lavori del TMB all’Inviolata, nel centro del Parco regionale naturale archeologico ed a pochi metri da un bene puntuale archeologico, tipizzato nel PTPR.

Di fatto è stata una udienza di passaggio, in previsione di quella del 22 ottobre, quando saranno ascoltati numerosi testi, tra questi l’ex Soprintendente al Paesaggio Giorgio Palandri e la funzionaria Stefania Panella.

Sul processo grava, lo ha ricordato lo stesso giudice, la “nube” della prescrizione. “Per questo ha dichiarato – racconta il CRA – di voler affrettare i tempi per arrivare alla sentenza entro la fine dell’anno”.

Nei fatti l’abuso edilizio, quello contestato agli imputati rispetto al TMB, è di tipo “contravvenzionale”: rischia di estinguersi presto se il Tribunale non giungerà a formulare una sentenza entro cinque anni dal momento dell’accertamento, cioè, in questo caso, dal sequestro giudiziario nell’estate del 2014.

L’udienza arriva a pochi giorni da quanto sancito ancora una volta dalla Corte di Cassazione, stavolta in via definitiva: è stato respinto il tentativo degli avvocati di Cerroni di dissequestrare l’impianto TMB sulla base del “condono di Natale, ossia sulla base della delibera del Consiglio dei ministri a guida Gentiloni, con la quale la Regione Lazio ha poi chiuso il procedimento amministrativo cosiddetto di rinnovo dell’AIA del 2010”, prosegue il CRA.

Al processo si lega quanto accaduto negli scorsi giorni, quando la Procura della Repubblica di Roma ha chiuso le indagini con la richiesta “di 25 rinvii a giudizio per alcuni reati penali, falso ed abuso d’ufficio, relativi alle autorizzazioni, la variante non sostanziale del luglio 2015, rilasciate allo stesso impianto TMB di Cerroni da funzionari regionali con l’avallo di dirigenti comunali guidoniani, del MIBACT e della Società Autostrade”.

E’ un misto di procedimenti e di processi, per la maggior parte in attesa di sentenza: sarà discusso al TAR nella prossima primavera proprio il rinnovo dell’AIA. “Ai giudici amministrativi è stato chiesto, in primo luogo, di esprimersi sul cosiddetto e chiacchierato rinnovo dell’autorizzazione”.

Nei fatti una vera e propria “tempesta giudiziaria”, così il CRA definisce quella che si sta abbattendo sull’impianto gestito da Ambiente Guidonia Srl, “originata grazie all’attenzione continua ed alle lotte in difesa del territorio espresse dalle associazioni e dai comitati locali, oltremodo responsabili e consapevoli di non aver ancora raggiunto gli obiettivi più generali di salvaguardia ambientale e tutela della salute nelle aree a nord-est di Roma”. Una storia destinata a raccontare ancora nuove puntate, nella speranza di un lieto fine per l’intero territorio.

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