Guidonia. Ritorna la Macelleria Saccucci

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano, Spettacolo da Yari Riccardi

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C’era anche a Guidonia, sapete? Uno di quei negozi di una volta, quella dove entravi e bastava uno sguardo per capirti con il negoziante. Uno di quei negozi dove tutti a Guidonia, più o meno, sono stati clienti. Era una macelleria, era quella di Massimo, quando questa città ancora non era così grigia, quando questa città era un po’ più vera, quando era sì periferia ma anche tanto bella. Era la Macelleria Saccucci, che ritorna il 25 ottobre  – ore 18 – al Piccolo Teatro dei Sassi di Montecelio in una veste nuova, perché non vende carne fredda e senza anima, quella dei supermercati. Vende carne rossa, pulsante di vita e di ricordi. La serranda viene rialzata per raccontare storie, dei tempi di ieri e quelli di oggi, la storia di un macellaio che voleva essere cowboy, le storie raccontate dal figlio Simone, che ricorda il padre e racconta la vita attraversa storie di carne, intese come sangue e come cuore. Dentro ci sono la famiglia, Enrico detto Sandokan, Trinità, la Juventus, un lavoro dove Massimo metteva dentro tutto se stesso, mettendoci dentro “tutte le idee, le passioni. Pure voi. Per esempio, guarda qua: Topolino, Paperino, Pippo…li hai fatti tu. È bravo a disegnare Simone. E io li ho attaccati tutti, così quando entro qua li guardo subito. E Chiara, la ciambelletta nostra, sta sempre al registratore cassa e fa gli scontrini a tutti: non se ne fa scappare uno. E poi tra un cliente e l’altro mi scrive tutti foglietti con i cuoricini e ti voglio bene papà. E allora io li ho messi tutti sul banco con una bella lastra di vetro sopra. E chi ce l’ha il banco così: solo noi. Ecco. Così me lo sono fatto piacere questo lavoro”, e lo straniero che arriva e ti porta via e un cowboy sempre presente. Ci sono le canzoni, la musica, c’è la storia di questi posti che tutti odiamo e che non possiamo non amare, c’è l’aria buona e quella cattiva che respiriamo da sempre, c’è un po’ di quella Italia dal 1930 a oggi. E c’è l’amore. Quello che nemmeno lo straniero che ti entra nel sangue e te lo avvelena riesce a scacciare via. Per l’inaugurazione del 25 ottobre non c’è più posto, ma intanto noi ve lo abbiamo detto. La Macelleria Saccucci, quella che stava su via Roma, quella di Massimo, è tornata, con la sua carne e con le storie, quelle di “un uomo che si ritrova a fare il macellaio ma in realtà avrebbe voluto fare il cowboy. Ma è anche la storia di un figlio che fa finta di essere il padre. Questa storia è una bestia disossata e poi rimontata e raccontata recitata cantata”. (In foto i fratelli Saccucci: Massimo sullo sfondo, Enzo in primo piano)

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