Recupero del premio produttività del 2001, si muove la Cgil del comune di Guidonia

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Politica da Yari Riccardi Commenti

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Dipendenti che aspettano la restituzione dei soldi di un premio di produttività del 2001. Soldi pronti in capitolato, "amministrazione comunale di Guidonia – spiegano i sindacalisti della Cgil – disponibile alla restituzione, ma non si sa in quali modalità". E i sindacati muovono i primi passi. Stiamo parlando di una vicenda accaduta circa 10 anni fa: un premio di produttività dato ai dipendenti viene tolto a questi dopo una ispezione del ministero del Tesoro, in quanto soldi dati a pioggia, in maniera irregolare. “A noi sembra – spiegano i rappresentanti della Cgil al comune di Guidonia – che in quel periodo venivano dati molti servizi al cittadino, uffici aperti più spesso, e meno tempo per il nostro lavoro d’ufficio: fu un momento di grande produttività. Ora non si trova il modo di venire a capo di questa situazione”. Parte quindi dalla Cgil il cammino per la restituzione di quei soldi (circa 800 euro) ai lavoratori, che  hanno finito di restituirli nel 2005, “all’epoca, tuttavia, nessuno tolse niente ai dirigenti: loro sono stati produttivi e noi no?”. Il primo passo è un atto per arrivare ad una conciliazione con l’amministrazione Rubeis, con il coinvolgimento di uno studio legale romano. Con tutta probabilità, nella prossima settimana sarà convocata una commissione trattante tra amministrazione e sindacati. La Cgil si muove per conto dei suoi iscritti e di chi vorrà aderire. L’incontro con la Cgil è stato una buona occasione per parlare delle telecamere a Palazzo Matteotti, per le quali la vera alternativa “e unica soluzione è la timbratura”, e per fare un punto sulla situazione attuale che vive la Città dell’Aria. “Le dotazioni organiche sono ingessate – spiega Eugenio Carloni, presidente della RSU –  Ci sembra poco sfruttato il territorio, con i tanti beni che abbiamo a disposizione e che restano bloccati, immobili”. Un esempio su tutti: come mai non si è mai pensato a valorizzare sul territorio e non all’estero la produzione estrattiva, con scuole ad hoc, mostre e simili? E ancora, perché lasciare ferme tutte le strutture storiche della città – come la galleria del vento dell’aeroporto – e non pensare di trasformarle in museo? Piccole cose che comunque possono portare posti di lavoro. “Sono anni che si chiede di realizzare una Multiservizi dove è possibile dare quei servizi con operatori gestiti dall’ente o più enti, migliorandone la qualità sia per il cittadino, sia per l’operatore specializzato nel campo, sia per l’amministrazioni o le amministrazioni dal punto di vista economico e sociale”. Oggi si assiste sempre più spesso ad una “esternalizzazione dei servizi, a danno dei dipendenti in servizio, escludendoli a priori senza una verifica dei ruoli che potrebbero ricoprire”. Piccoli suggerimenti per migliorare le condizioni dei lavoratori e del territorio in cui si opera. Ne avrebbero benefici anche gli imprenditori, i dirigenti o chi per loro. Restiamo convinti che in un Paese democratico il ruolo del sindacato è e resta assolutamente fondamentale. E che fa parte dei doveri delle organizzazioni proporre soluzioni diverse, alternative, nuove. E che, nel momento in cui qualche idea venga recepita, proprio in quel momento si fa qualcosa di concreto per il territorio. Un territorio che soffre, e che muore, e al quale l’unica medicina che viene somministrata è il cemento delle case. Nulla in contrario. Ma serve anche (molto) altro.

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