Pressing del Comune di Guidonia su Provincia e Regione per il PRAE: l’obiettivo di Di Silvio

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Politica da Yari Riccardi Commenti

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Sollecitare la Regione Lazio per l’approvazione del PRAE (Piano Regionale delle Attività Estrattive) e la Provincia di Roma ad accelerare l’iter del Piano Provinciale. Questo lo scopo della proposta presentata dal capogruppo dell’IDv in consiglio comunale Emanuele Di Silvio.

“Il settore delle attività estrattive – dichiara il consigliere – soprattutto per la presenza di bacini per la coltivazione di cave di pietre ornamentali (travertino, coreno, peperino e basaltina) rappresenta per occupati e produzione (soprattutto destinata all’export) un settore strategico per il Lazio ed in particolar modo per l’area nord-est della Provincia di Roma, come il Comune di Guidonia Montecelio  e di Tivoli”.

Il settore estrattivo ha avuto i primi documenti a disciplinarlo con la legge 1/1980 della Regione Lazio: è tuttavia la legge regionale 17/2004 ad occuparsi dell’intera materia, confermando il PRAE quale strumento di pianificazione e controllo del settore produttivo.

Di Silvio crede nella necessità di strumenti di programmazione di settore, affermando che “lo schema del PRAE predisposto dal C.E.R.I. è stato adottato dalla giunta regionale con delibera n.33 del 20.01.2010; a seguito dell’iter previsto dall’art.15 della L.R. 17/86 (norma sulle procedure della programmazione) il Consiglio Regionale approva il piano che costituisce linee guida per i successivi piani provinciali”.

 A distanza di 30 anni dalla prima normativa regionale in materia, il Lazio ancora non è in possesso di un piano definitivo e vigente. In assenza di questo “l’iter è lungo e farraginoso, per questo non è più procrastinabile l’approvazione definitiva del PRAE, che è lo strumento di pianificazione e controllo del settore produttivo, condizione indispensabile per portare a compimento anche il piano provinciale”.

Sulla necessità di interventi nel settore estrattivo, basti pensare agli oltre 2000 lavoratori nel bacino di Guidonia e Tivoli, i quali affrontano una forte crisi occupazionale. Occorre che questi lavoratori possano avere delle certezze. Non sappiamo se quelli proposti siano quelli migliori, ma certamente qualcosa serve smuovere.

 

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