Palombara, da dicembre 2009 la sala operatoria è chiusa. I medici demoralizzati, i circoli virtuosi e un futuro tutto da decifrare

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano, Salute & Dintorni da Yari Riccardi Commenti

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Il punto è proprio questo. Serve fare anche le cose banali. E non si riescono a fare né quelle banali né quelle difficili senza strutture a hoc. Ci sarebbero le persone, ma anche Pelè aveva una squadra dietro, una rete dover far goal, un palo da prendere. Strutture. Si legga, qualcuno che tutela chi lavora e chi usufruisce del lavoro. Se poi parliamo di sanità, tutto diventa più chiaro. Parliamo dell’ospedale di Palombara – anzi no, della Casa della Salute – che come tutti i moribondi vive questi mesi con grande attività. Quale è il problema? Che alla grande voglia di alcuni medici non corrisponde un medesimo fervore da parte di chi gestisce il tutto. Si legga ASL e Regione. Spieghiamo, innanzitutto per far capire a chi legge cosa vuol dire cose banali. Cosa banale è poter fare una operazione non eccessivamente complicata anche vicino casa, anche senza liste d’attesa enormi. A Palombara si poteva. Ora non si può. O meglio, ancora non si può, in quanto la sala operatoria è chiusa da quasi un anno. Inizio – dichiarato – dei lavori, novembre 2009. Lavori mai iniziati. Con quali conseguenze? Pensiamo a tutti gli interventi già programmati: tutti rinviati a data da destinarsi, con perdita di tempo dei pazienti e dei medici. La gente paga il ticket, ma non riceve quello che dovrebbe. Tra l’altro era stato messo a disposizione l’ospedale di Tivoli, ma nessuno dei pazienti di Palombara è stato mai contattato. Quello di Tivoli, evidentemente, è un canale chiuso. Va detto che i medici, quello bravi e appassionati del mestiere che sono rimasti a lavorare a Palombara, stanno tentando di creare altri vie d’uscita per agevolare i pazienti. Canali che per forza di cose portano a Roma, ma riconducono a Palombara, un in circolo virtuoso che fa gli interessi della gente. Parliamo di settori come l’oncologia e la chirurgia in generale, che hanno bisogno di diagnosi tempestive e interventi veloci. Quanto durerà questa buona pratica? Quando i medici volenterosi che restano non ne potranno più, sopraffatti dalla demoralizzazione e dall’aria decadente di un ospedale che muore, senza nessuno – tra quelli che potrebbero farlo – che si muova per rianimarlo. Senza sala operatoria, neanche gli interventi banali, se si può definire banale un intervento chirurgico. Una sala che ha ancora la scritta “Lavori in corso”. Dalla fine del 2009. Vorremmo parlare con tutti i pazienti che hanno dovuto rinviare il loro intervento, o farlo in altre strutture, e dire loro che la sala sarà nuova e moderna. E vorremmo pubblicare le risposte. E vorremmo anche esserci quando la suddetta sala sarà inaugurata. Ma crediamo che forse, per quel giorno, la Casa della Salute di Palombara non ci sarà più. Apocalittico, ma l’aria sembra essere questa.

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