Guidonia / Mattia Cubeddu e il suo viaggio nella musica

In Terza pagina da Alessandra Paparelli Commenti

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Continua il nostro viaggio tra i giovani artisti e talenti del nordest romano. Oggi è la volta di Mattia Cubeddu, giovane musicista di Guidonia al quinto anno del Liceo Scientifico.

Come è nata la tua passione per la musica?

Fin da piccolo sono cresciuto in un mondo di musica grazie a papà scrittore e compositore e mamma che si prestava a cantare le varie canzoni. In casa c’era sempre un piano o uno stereo acceso che sparava musica “a palla” come si dice. Ed è in quella musica “a palla” che, piano piano, cresceva sempre più il mio interesse verso quel mondo.

Hai studiato pianoforte ma il tuo grande amore è la chitarra: come hai iniziato e chi ti ha ispirato?

Da piccolo ho preso lezioni di pianoforte dal grande Marco Maddalena ma dopo un anno ho smesso perché c’era uno strumento che mi attraeva di più: la chitarra. Fu proprio papà a mettermi tra le mani la prima chitarra, la sua fantastica Aria classica con i tasti consumati dal tempo e il manico più grande della mia mano. Ancora ricordo la fatica per imparare il passaggio do/sol o peggio ancora i primi accordi con barrè. Avevamo anche un’altra chitarra a casa, quella nuova, un oggetto quasi sacro ed irraggiungibile per me. Ben presto, però, imparai a suonare e papà mi concesse di suonare la sua chitarra nuova. Il primo obbiettivo era stato raggiunto.

A 14 anni inizio a studiare chitarra elettrica con uno tra i chitarristi più virtuosi che abbia mai visto, Nicola Cantatore, con il quale la passione per lo strumento esplode. Unico problema, studiare la teoria pesante e noiosa rispetto alla pratica, ma necessaria. Due anni più tardi, in un pomeriggio di fine ottobre, mi scrive Luca Bracchitta, capitano e batterista degli A-live (che abbiamo intervistato in occasione della festa di agosto a Montecelio, ndr) che mi invita ad aprire una loro serata in un locale noto di Guidonia. Avevo il mio primo live, secondo obbiettivo raggiunto.  Il giorno dopo, arriva anche l’esordio in serie D con la prima squadra del Guidonia Basket, l’altra mia grande passione. Fu una “due giorni” indimenticabile per un ragazzo di sedici anni che vedeva realizzare i propri desideri giovanili. Qualche mese dopo, sempre grazie a Luca Bracchitta, arriva anche il mio secondo live, al Legend, questa volta con Giorgio Tranquilli, amico fraterno con cui realizzo i Geomag, duo acustico che ci porterà anche a Caorle per le finali nazionali del Festival Show a maggio dell’anno scorso, presenti Red Ronnie e Mogol.

A giugno abbiamo partecipato ad un concorso al Guidonia Sport Village e a settembre 2016 ad una manifestazione di beneficenza per le vittime del terremoto di Amatrice.

Quando inizia il tuo percorso da solista? Come scrivi i testi, in solitudine o ascoltando altra musica?

Il percorso solista inizia proprio in quell’estate. Da sempre ho amato e desiderato creare melodie magari proprio durante l’ascolto di altre canzoni: era naturale e semplice per me e ho pensato: “perché non buttarmi?”. Nel settembre 2016 faccio l’audizione per l’Accademia Spettacolo Italia all’Opificio presentando i miei primi due pezzi: “The Dream” e “Luce Accesa”. Qualche settimana dopo arriva la chiamata confermando di avermi accettato e inizia dunque ufficialmente il mio percorso con l’Accademia stessa che mi darà l’opportunità di lavorare con addetti ai lavori, musicisti esperti di fama nazionale come Fulvio Tomaino, Massimo Calabrese, Gianni Marsili e molti altri.

Parallelamente alla scrittura di altri testi, inizio con l’Accademia al Tam o’Shanter, pub a piazza Cavour a Roma per arrivare poi a questa estate 2017 dove mi sono esibito sul Lungotevere.

Quando scrivo di solito non ascolto altre canzoni, che siano mie o di altri, perché altrimenti dimentico la melodia che ho in testa o vengo influenzato troppo da quelle che sto ascoltando. Ho bisogno del silenzio e di stare da solo per scrivere, mi concentro maggiormente. La parte più bella dello scrivere una canzone è il ritornello, assolutamente. E molto spesso è anche la prima che mi viene, sia come ritornello, che come melodia. Creare lo sviluppo della strofa che come un traghetto, porta la strofa al ritornello è la parte della melodia che mi piace di più comporre

Hai un canale You Tube tuo, pubblichi video?  

Ho iniziato a pubblicare video nei vari social, utilizzo molto Facebook (potete seguirmi  sulla pagina “Mattia Cubeddu” e anche su Instagram) ricevendo grande consenso dal pubblico.

Sono stato due volte ospite su Icco Radio, nella trasmissione Radio Voi del nordest romano e Capitale dove ho presentato per la prima volta i miei pezzi al pubblico. Recentemente ho suonato al Dissesto musicale, noto locale della zona ed il 6 settembre prossimo suonerò al Let It Beer a Roma.

Progetti per il prossimo autunno-inverno?

Per questo inverno sono previste molte date ancora da confermare.

Qual è il genere musicale a cui fai riferimento o ti ispiri?

Il mio genere è prevalentemente pop ma mi affascinano anche il country e le melodie irlandesi.

Gli artisti che maggiormente ascolti e che ti hanno acceso la passione musicale?

Ascolto qualsiasi genere musicale, da Eminem ad Einaudi, da i Dire Straits ai Pink Floyd e da ciascuno di loro ricavo qualcosa; decisamente gli artisti che influiscono di più sulla mia musica, quelli che prendo come esempio e cui mi confronto ogni volta sono Ed Sheeran, i Coldplay e Shawn Mendes. Mi piace particolarmente il loro genere, i loro stili, ciò che scrivono e non mi dispiacerebbe affatto arrivare dove sono loro adesso.

Hai viaggiato molto, ti chiedo se aver incontrato nuove culture e abitudini sia stata per te fonte di ispirazione artistica.

Certamente: da ogni luogo che ho visitato ho attinto cultura e aspetti che mi stupiscono particolarmente, che alimentano poi le mie melodie e testi.

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