I mostri. Quelli veri però. Perché per uccidere Dracula basta il palo di frassino nel cuore, per salvarsi da un licantropo occorre una pallottola d’argento, qui no. Qui ci vuole altro, che non sembra esistere visto che è una situazione mostruosa che va avanti da anni: i mostri sono il senso civico che manca, l’educazione che latita, la sensazione di impotenza che ti invade quando sotto a un cartello che recita “Divieto di scarico” ci trovi rifiuti di vario genere. Questi sono i mostri veri, e stanno tutti nel tratto di strada che va dall’inizio di Via della Selciatella fino a via di Tor Mastorta. Un paio di chilometri, forse meno. Abbiamo trovato una discarica lunga esattamente un paio di chilometri, con calcinacci, copertoni, tanti copertoni, mobili di vario tipo, materassi, rifiuti generici, attrezzi da lavoro, scatoloni, elettrodomestici, pezzi di automobili e chissà che altro, è questo il materiale che fa da cornice al dolcissimo quadro degli scavi archeologici – in alcuni punti la rete è ancora danneggiata – in una zona che è anche, e soprattutto, area di interesse archeologico, per la quale recentemente la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale e dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo hanno dato il via l’iter per “il procedimento relativo all’Individuazione e perimetrazione dell’area delle tenute storiche di Tor Mastorta, di Pilo Rotto, dell’Inviolata, di Tor dei Sordi, di Castell’Arcione e di alcune località limitrofe ricadenti nel Comune di Guidonia Montecelio (provincia di Roma) come area di interesse archeologico”. Non c’è un pezzo di strada che si è salvato dallo scarico abusivo di rifiuti, punti in cui i copertoni ammassati lungo la via sono decine, tratti nei quali i rifiuti sono abbandonati anche dentro un casolare abbandonato, la quantità di immondizia sotto il ponte. Un quadro desolante, una inciviltà che esplode in ogni angolo della strada, vergognoso contraltare in una zona dove la Cultura, l’Arte e la Natura dovrebbero essere padrone. Alla fine del nostro viaggio in questo tunnel dell’orrore, che ci ha fatto rimpiangere i mostri di cui avevamo paura da bambini, perché quelli che abbiamo visto all’interno di uno dei più pregiati esempi rimasti di campagna romana sono ben peggiori e sono invincibili, visto che è una situazione che, ci dicono, resta così da anni, siamo stati quasi contenti di uscire sulla 28bis. L’abbiamo trovata un posto migliore di quello che avevamo appena visto. E’ tutto dire.
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