Palombara. Storie di ordinario caos: la lenta agonia delle macerie dell’ospedale

In Cronaca & Attualità, Primo Piano, Salute & Dintorni da Yari Riccardi Commenti

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“Toga Toga Toga”. A margine del brutto e triste remake del geniale film Animal House,  girato alla Regione Lazio e appena “uscito” nelle sale, non possiamo non ritornare all’ormai famoso piano di riordino della sanità del Lazio. Quello che ha ucciso l’ospedale di Palombara e fatto a pezzi altre strutture. E ci ritorniamo raccontando un paio di storie che faranno sicuramente meno scalpore di quanto accade alla Pisana e dintorni, ma che non potranno non far riflettere. Sentire di tagli alla sanità e poi scoprire tutto quello che è stato detto e raccontato è perlomeno fastidioso, mettendoci nei panni di quei cittadini che avevano un ospedale e ora non ce l’hanno più. La prima parla di un bambino, 12 anni, che cade e sbatte la testa. La mamma corre al punto di primo soccorso di Palombara. “Ma non c’era neanche il ghiaccio – spiega Adriano Curci, presidente del comitato in difesa dell’ospedale Santissimo Salvatore di Palombara Sabina – e, cosa assurda, neanche una ambulanza”. A questo punto una mamma fa quello che deve fare: montare in macchina e portare il figlio a Tivoli. “Dove però il posto non c’era: il bambino continuava a stare male. E’ stato necessario un altro trasferimento verso l’ospedale di Palestrina, dove finalmente il trauma cranico del ragazzo ha potuto trovare cura”. Questo è solo l’ultimo caso. Curci dice che “stanno aspettando che ci scappi il morto, e prima o poi succederà”. La scorsa settimana un altro caso. Un principio di infarto. Di corsa all’ospedale di Palombara, dove “non possono intervenire, consigliano di portare l’infartuato a Tivoli, in auto. Perché l’ambulanza non c’è. Viene chiamato il 118, e arrivano i primi interventi per stabilizzare l’uomo corsa a sirene spianate”. Infarto ovviamente grave, prognosi riservata.

Tutto questo per dire che le scelte su certe tematiche non possono essere fatte in maniera arbitraria, senza ascoltare chi effettivamente il territorio lo vive. In un libro troviamo scritto: “Parlare è da stupidi, tacere è da codardi, ascoltare è da saggi”. La saggezza è un qualcosa che non trova più spazio nelle scelte della politica, ma non lo scopriamo di certo oggi. “Toga toga toga”. Bluto sarebbe fiero dei suoi nuovi adepti?

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