Incidente di Settecamini. Contatto tra la famiglia del motociclista e “l’angelo” di Via Casal Bianco: “Chiunque avrebbe fatto quello che ho fatto io”

In Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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“Non occorre dunque che tu passi attraverso l'inferno per incontrare un angelo”, (Kahlil Gibran). No, non serve. Perché gli angeli si incontrano anche qui, sul cemento di una assolata estate "quasi" romana. E ti salvano la vita. E poi capita anche che al telefono ti dicano che l’avresti fatto anche tu. Non lo sappiamo. Sappiamo che parlare con un uomo che ha salvato la vita ad un altro uomo è un qualcosa che resta nel cuore. E che è difficile dimenticare. Sì, l’angelo di Settecamini, l’uomo che si è fermato un minuto dopo l’incidente del 17 agosto e ha soccorso lo sfortunato motociclista coinvolto nell’incidente nei pressi della Lidl, ha un nome e un volto. Professione militare, non ci ha pensato un attimo a fermarsi e a bloccare l’emorragia (gesto decisivo per la vita dell'uomo), né a supportare l’equipaggio di Pegaso nelle operazioni di barella mento. Fa parte della sua formazione. Andato anche lui poco dopo all’ospedale per una scheggia in un occhio, “regalo” dell’incidente anche per lui, solo per un caso non è riuscito ad incontrare l’uomo che aveva salvato, il quale giaceva sotto i ferri della sala operatoria. Una storia da brividi, una storia che vale la pena raccontare, se non altro perché dà uno spaccato di speranza. Termine giusto: le speranze e le preghiere portate avanti dalla sorella del motociclista hanno avuto effetto. E’ di ieri sera la telefonata tra l’uomo e la famiglia del ferito, ed è previsto nei prossimi giorni i l’incontro. Un incontro privato, in ospedale, secondo il volere dell’uomo. Niente pubblicità. E non possiamo dargli torto. Ricevere un grazie per aver salvato una vita vale più di 1 milione di riflettori. Per noi, la soddisfazione, immensa, di aver dato un piccolo contributo per la realizzazione di un sogno. Scoprire che il nostro lavoro funziona grazie a una bella storia ci dà ancora più gioia. Un ultimo riferimento alla sorella del motociclista, Tiziana. La sua grinta, la sua voglia di dire grazie all'uomo che ha salvato il fratello: emozioni vere e trascinanti. La purezza di certe cose ti mescola il cuore e lo stomaco. E ti dice che davvero il mondo è migliore di come vogliamo farlo apparire. Grazie alle persone che ci vivono. C'è speranza, e fa bene scoprirlo e raccontarlo.

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