Guidonia. Cacciamani a 360 gradi sul futuro della città: “Serve il sistema La Botte”

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Politica da Yari Riccardi Commenti

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Ad una settimana dall’approvazione del bilancio in consiglio comunale, e dopo le relative polemiche a causa dell’importante aumento delle tasse, abbiamo incontrato il consigliere Augusto Cacciamani. A lui abbiamo chiesto di disegnarci quello che sarà del futuro di Guidonia, in un momento storico politico nel quale la crisi spesso tarpa le ali a idee e progetti ambiziosi. Ci ha colpito una delle affermazioni che ha fatto il consigliere durante l’intervista. “A La Botte (frazione dove risiede Cacciamani, ndr ) si vive bene”. Frase difficile da sentire in una città come Guidonia.

Consigliere, non è un azzardo affermare che in un quartiere di Guidonia si vive bene?

E perché?  La mia attività politica è tra la gente e, esclusa La Botte, spesso sento ripetermi da molte persone che prima o poi andranno via da Guidonia perché non offre nulla. Dico esclusa La Botte perché molti altri mi chiedono di trovargli casa nel quartiere, “lì si che si vive bene”. Ma perché a La Botte si vive bene? Ho lavorato in questi anni sulle relazioni, l’unico vero ed infallibile collante di una Città. E’ ovvio che le relazioni sono fatte di persone, di luoghi d’incontro, di motivi d’incontro. Da queste piccole cose è partita la mia sfida, con l’aggregazione di persone, la realizzazione di luoghi d’incontro, come il parco giochi, la viabilità, il prossimo centro sportivo, la scuola, e di iniziative nelle quali condividere tempo e pensieri ,come la Festa di La Botte.

Idee praticabili per una zona di dimensioni medio piccole. Si possono applicare anche all’intera città?

Sono convinto che Guidonia debba e possa adottare il “sistema La Botte”:  questo è il percorso che ci siamo prefissati con l’Assessore alla Cultura Andrea DI Palma con il quale spesso ci troviamo a condividere queste idee. Molto è stato fatto in questi anni dal Museo al Teatrofestival, dal Carnevale alla Festa della Befana. Guidonia ora deve fare il salto di qualità.

E come fa Guidonia a fare il salto di qualità?

Guidonia non è La Botte, e questo lo sappiamo tutti. Per questo occorre ripartire dal luoghi della Cultura, quelli appena recuperati e quelli che lo saranno in futuro, per poter fare di Guidonia Centro un luogo d’incontro per tutta la città, un collante per tutti i quartieri. Bene le piccole feste patronali ma Guidonia deve essere la festa di tutte le feste. Alcuni miei colleghi, in primis il Presidente del Consiglio Stefano Sassano, hanno lavorato molto su questo obiettivo e bene hanno fatto in questi anni ma dobbiamo dar vita ad una Città quale luogo di relazioni, una Città viva, solidale, aperta e sicura. Gestire una Città significa sicuramente progettare anche il tempo libero, le modalità dello stare insieme, realizzare e recuperare luoghi d’incontro. Tutto questo è l’anima della Città ed è lo stato d’animo dei suoi cittadini i quali potranno vivere con soddisfazione la propria città trascorrendo belle serate culturali e tornarsene a casa con la piacevole sensazione di aver condiviso dei bei momenti.

Non è fuori moda parlare di cultura per gettare le basi di una città? A Guidonia vanno di moda i mattoni, non il teatro e i libri.

E’solo attraverso la Cultura che Guidonia Montecelio potrà fare il salto di qualità ed essere considerata Città. Tutti si riempiono la bocca nel dire che siamo la terza Città del Lazio, che non dobbiamo tartassare i nostri concittadini con nuove imposte, come accaduto con l’ultimo bilancio. Tutto vero, con una evidentissima anomalia. La preoccupazione maggiore di un amministratore è che i propri concittadini siano soddisfatti della Città che vivono, e siamo sicuri che i nostri concittadini lo siano? La soddisfazione arriva solo tramite la proposta di certe iniziative, non solo con tasse più basse. Dico tutto questo per due ordini di motivi, uno perché i dati della comunità europea ci dicono che il settore culturale, che equivale a quasi il 4% del PIL europeo e vede circa 6 milioni di addetti, nonostante i numerosi tagli ed in piena crisi economica è in continua crescita, secondo perché il ritorno sia economico che emotivo non ha eguali.

E come si fa con i bilanci? Se c’è da tagliare, nei comuni spesso l’accetta va proprio sulla proposta culturale. Non è meglio investire i fondi per altre cose?

E’ questo il ragionamento di chi non sa leggere i bilanci nella loro interezza. Parliamo proprio del bilancio del nostro comune.  Ho rilevato, studiando approfonditamente la complessità della macchina amministrativa, le statistiche e i dettagli di ogni capitolato, che nel bilancio comunale si spendono circa 270.000,00 euro in grandi eventi. Il primo dato è che siamo una grande Città con un bilancio di 130 mln e tale impegno equivale allo 0,02%. Questo per dire che se sembrano tanti in verità sono poca cosa rispetto alla complessità dell’intero bilancio. Considerando poi lo stesso importo e la popolazione residente di circa 90.000 persone, è una spesa che incide 3 euro pro-capite. Se facciamo l’esempio di una famiglia tipo composta da due genitori ed un figlio, la famiglia contribuisce con 9 euro ai grandi eventi. Se il Comune organizzasse un grande concerto ed il figlio della famiglia tipo vi partecipasse, la famiglia ne ricaverebbe un vantaggio economico di circa 20 euro.

Cultura, economia e relazioni sociali possono quindi generare benessere?

Certo che sì, e lo dimostrano proprio tutte quelle iniziative che vengono fatte  in città anche più piccole della nostra. Quanto tempo è che la Festa di Guidonia non ospita un grande concerto? Ecco, la mia proposta all’assessore Di Palma è quella di concentrarsi sulla Festa che arriverà a settembre, magari portando grande musica nella piazza o, perché no, nello stadio, come si faceva una volta. Credo che i nostri giovani ne sarebbero felici ed i genitori economicamente soddisfatti. Come dicono il Sindaco e l’Assessore “la Cultura aiuta a Crescere”.

In effetti, anni fa Guidonia ha visto cantare Vasco Rossi, Fabrizio De Andrè, la PFM, i Nomadi, Antonello Venditti. Ora nulla più. Un grande concerto potrebbe anche essere veicolo – non ci addentriamo nei calcoli costi – benefici fatti da Cacciamani – per riscoprire anche la stessa idea di città, quella che va fino a Colleverde e che spesso resta invece confinata all’interno dei confini delle varie circoscrizioni.

 

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