Rignano, il CSM fa marcia indietro: il giudice resta al suo posto e il processo è in salvo. Scampato il pericolo di un nuovo inizio

In Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Dopo il rincorrersi di voci di queste settimane, il caso del processo sui presunti abusi di Rignano Flaminio arriva alla fine. O meglio, arriva dove sarebbe dovuto arrivare immediatamente. Nessun nuovo inizio, nessuna nuova partenza. Cadono tutte le ipotesi avanzate dopo la notizia della collocazione fuori ruolo di di uno dei giudici del Collegio, Marzia Minutillo Turtur, per consentire di far parte della commissione per il concorso in Magistratura. Tutto questo è stato revocato dal Consiglio Superiore della Magistratura, che ha spiegato, in merito a questa decisione, quanto sia difficile avere il quadro completo dei processi di ogni magistrato, così “quando ci siamo resi – ha affermato Michele Vietti, vicepresidente del Csm – conto che per i fatti di Rignano il processo rischiava di ricominciare da capo il comitato di presidenza del Csm ha chiesto alla Commissione di restituire questo magistrato al suo processo". Un iter quindi partito dall’ufficio di presidenza del Consiglio, che ha chiesto l’apertura di una pratica urgente per evitare l’allontanamento del giudice. Una fatto che aveva provocato proteste di genitori dei bambini dell’asilo Olga Rovere: di fatto, tutti i testimoni sentiti, avrebbero dovuto essere di nuovo ascoltati. La prossima udienza è stata convocata per il 13 luglio. Con il “vecchio” collegio giudicante. Ora il Csm faccia proprie anche le proteste della scorsa settimana arrivate dal tribunale di Tivoli, sede del processo. Almeno ascoltare. Non costa nulla.

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